Social Umarells

Autore: Francesco Saverio Teruzzi

Mentre tra un DPCM e l’altro l’Italia sta cercando di uscire indenne o quantomeno non a pezzi da una delle situazioni antropologicamente più strane che le siano mai capitate, sul web prende forza e vigore una figura che può sembrare retorica, ma altamente illuminante del perché poi qualsiasi decisione venga presa, anche completamente aderente alle proprie aspettative, ci si lamenta sempre: il Social Umarell.

Umarell è una parola mutuata dal bolognese “omino” per assurgere a fama nazionale per indicare il tipico pensionato o vecchietto che, dopo aver lavorato per una vita, un po’ per noia un po’ per alimentare i propri ricordi, si posiziona ai lati di un cantiere, preferibilmente aperto nel mezzo di un marciapiede o sul ciglio di una strada, mani dietro la schiena guardando e commentando, a volte dando anche dei consigli, l’operato di chi sta lavorando.

Sarà forse lo stare di più a casa per il Covid-19 o forse proprio lo smart-working, eppure mi sembra che questa figura si stia ritagliando un ampio spazio proprio all’interno non tanto del web, ma dei social network, con una netta predilezione per Facebook (che di fatto i ragazzi di oggi bollano come una cosa per vecchi).

Giallo, arancione e rosso, sono solo uno degli ultimi temi che fagocitano l’attenzione dei Social Umarells, che con ampia e leggera scioltezza sanno passare da Trump al campionato di calcio, dalla didattica a distanza alla scelta dei vestiti della giornalista di turno, dall’ultima serie televisiva alla chiusura anticipata di bar e ristoranti.

Attenzione, il Social Umarell non va confuso con il complottista, il negazionista o il polemista. Il Social Umarell non cerca riscontro, non vuole i like, né cerca la lite a oltranza.

Lui è lì per affermare la sua onnipresenza, per far vedere che va tutto bene quello che fai, però c’è un “ma”, una diversa interpretazione, magari sfumature, ma che in assoluto migliorano e perfezionano il concetto, l’idea, il ragionamento.

È quindi utile il Social Umarell?

Di certo non è il classico “esperto dello gnègnègnè ad oltranza”, ossia colui che viene a smontarti anni di studi perché lo ha letto sulla bacheca di Tizio o ha ricevuto un messaggio da Caio, senza contare che riconosce solo Sempronio come capace di. Lo Gnègnègnè Manager è un personaggio con il quale cerchi anche inizialmente un confronto, ma dove poi perdi, ma solo la pazienza, perché ti cambia argomento, ti fa domande assurde, ti molla dopo che hai scritto due pagine con un semplice “a me non mi convince”.

Il Social Umarell è quasi un nostalgico, è da tempi andati anche se sul web non ha età (e questo è un grande distinguo dalla realtà perché magari è un diciottenne), ti mette il like, magari lo sticker e poi magari ti da ragione fino a quando non ti piazza l’appunto, il commento, la sua valorizzazione o specifica sul tema trattato.

Ripeto: è quindi utile il Social Umarell? 

A volte fa compagnia, a volte un po’ tristezza, ma magari, e di questo bisognerebbe chiedere agli operai di un cantiere, a volte può esser “anche” utile, perché veramente conoscitore a fondo della materia, però (e qui son io a voler mettere un però) non sia mai che finisca in una discussione con leoni da tastiera, perché lì veramente può succedere di tutto! 

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