di Silvia Vercelli
Perché educare alla pace?
Alcune preziose risposte le abbiamo trovate nel documento “Linee guida per l’educazione alla pace e alla cittadinanza glocale”, frutto del lavoro di un gruppo di 162 insegnanti svoltosi tra il 2015 e il 2017 nel Friuli Venezia Giulia, partendo dal programma dell’Agenda 2030.
“La pace è un valore a cui spesso diamo poca importanza”.
“I problemi, per essere risolti, esigono una forte disponibilità al dialogo, all’interscambio, alla collaborazione e alla cooperazione a tutti i livelli”
“Scegliere la pace … richiede persone consapevoli e determinate. Per questo, dobbiamo educarci ed educare alla pace facendo crescere nelle nuove generazioni la capacità di immaginarla, di desiderarla, di comprenderla, di difenderla e di costruirla laddove ancora non c’è”


La pace si può imparare ?
Nel bagaglio di competenze relazionali e risorse che abbiamo a disposizione possiamo attingere ad alcuni ingredienti base come i princìpi della comunicazione non violenta, l’intelligenza emotiva e le competenze conflittuali, che, una volta apprese possono supportarci nel manifestare il valore della pace attraverso i nostri comportamenti quotidiani e nell’interazione con chi ci circonda.
In qualità di genitori ed educatori, abbiamo un’ulteriore responsabilità in questo senso, non solo verso noi stessi, ma anche nell’ambito del percorso educativo con i nostri figli, che acquisiranno a loro volta, attraverso la connessione di qualità che viene così a crearsi con l’adulto di riferimento e il relativo esempio, gli strumenti per affrontare le sfide quotidiane in modo consapevole ed efficace per la loro stessa vita e per il bene collettivo, nel pieno rispetto delle persone, dell’ambiente di appartenenza e dei diritti umani.
Considerata la complessità di tutti gli elementi in gioco, a livello individuale, estesi al sistema familiare e sociale e intrecciati nella fitta trama della realtà fisica e virtuale, la domanda successiva che ci poniamo è:
Da dove partire ?
Se lo sintetizziamo in un’immagine, ne emerge quella di uno specchio, in cui la figura riflessa è proprio quella di noi genitori per primi circondati dai nostri figli che rispecchiano naturalmente gli stessi comportamenti che noi adulti mettiamo in atto.
La connessione viene qui spontanea con l’arte di Michelangelo Pistoletto, che, nell’interrogarsi sulla Pace, introduce il concetto dell’inclusione proprio attraverso le sue opere specchianti e quello del dialogo generativo tra le parti, attraverso il simbolo del Terzo Paradiso.
Un esempio di progetto concreto nella scuola è quello realizzato da Giacomo Basmaji, grazie al quale bambini e ragazzi appartenenti a tutte le fasce d’età, dall’infanzia alla scuola media, di un istituto comprensivo, hanno partecipato ad un laboratorio sperimentale che ha portato alla rappresentazione finale del simbolo del Terzo Paradiso, in un incontro armonico tra natura e artificio a trasmettere il messaggio di profonda interconnessione tra esseri umani e pianeta terra.
Gli stessi temi cui si è accennato sopra sono richiamati nella sua mostra La Pace Preventiva, a Palazzo Reale (Milano), dal 23 Marzo al 4 Giugno 2023, dove ciascun visitatore è coinvolto in un percorso di partecipazione attiva e di responsabilizzazione individuale verso il ruolo di co-autore, insieme agli altri concittadini, di una società umana.
Insieme a Chiara Crosti e partendo dalla cornice di WorldGlocal e dell’Agenda 2030, abbiamo avuto l’opportunità di condividere questi spunti di riflessione, lo scorso 16 Marzo, nell’ambito di un programma più ampio di Educazione alla Pace, articolato in diversi interventi incentrati sui diversi linguaggi attraverso cui si può promuovere rivolto ai genitori di bambini e bambine di una scuola dell’infanzia di un istituto comprensivo di Torino, affiancati dalle rispettive docenti, a rappresentare un vero e proprio esempio di comunità educante che sostiene la crescita di futuri adulti consapevoli, orientati alla creazione di valore e ad uno stile di vita contributivo. Con l’occasione si è anche fatto riferimento ad un altro esempio di progetto realizzato sullo stesso territorio (Il Kilometro Quadrato di San Salvario), di riqualificazione del relativo quartiere, dove la partecipazione degli abitanti e la valorizzazione delle differenze hanno portato alla creazione di una nuova realtà.
In conclusione, a rinforzo di quanto l’educazione assuma un ruolo cruciale nel necessario cambio di rotta verso un futuro sostenibile, condividiamo questa frase, tratta proprio dalla Proposta di Pace del 2022 inviata all’ONU, dal noto educatore e filosofo giapponese Daisaku Ikeda:
“L’essenza dell’educazione consiste nel piantare pazientemente i semi delle possibilità nel cuore dei bambini e delle bambine, seguendoli con il massimo impegno affinché giungano a piena fioritura”
Per chi è interessato ad ascoltare alcuni estratti del dialogo tenuto con i genitori si possono trovare qui.
Grazie per l’ascolto e buona semina a tutti.