MyOwnGallery di SuperstudioPiù, in via Tortona a Milano ospita dal 17 al 27 novembre 2022, con la curatela di Fortunato D’Amico, la prima personale milanese di Aldo Pallanza, dal titolo “Al femminile”.

Cercasi Principe Azzurro. Dopo aver calzato una scarpetta, perfettamente adatta a modellare il suo grazioso piedino, la giovane, ragazza quotidianamente impegnata a lavorare come donna delle pulizie nella casa della matrigna e delle sorellastre, venne scelta dal Principe Azzurro in qualità di sua consorte e futura Regina del regno. Cenerentola è certamente la favola che meglio esprime la particolare valenza che questo accessorio del vestiario assume nella cultura femminile sul piano simbolico e su quello psicologico di chi la indossa. Certamente Aldo Pallanza conosceva così bene l’universo femminile al punto tale da diventare uno dei più richiesti e affermati designer della calzatura rivolta alle donne. Aldo Pallanza avrebbe compiuto 100 anni nel 2022. Rivedendo e rileggendo criticamente i modelli di scarpe femminili da lui progettati nel corso della lunga carriera di modellista, i primi realizzati da giovanissimo intorno alla metà degli anni trenta del secolo scorso, si rimane meravigliati dall’attualità con cui questi oggetti, si presentano ancora oggi agli occhi di noi contemporanei. Cosa sarebbe la moda senza designer geniali, come si usa adesso per definire i modellisti di una volta, capaci di elaborare soluzioni empatiche al sentire delle donne del proprio tempo? Aldo Pallanza non era solo un disegnatore di stile ma un tecnico completo, chiamato a sviluppare il progetto di industrializzazione del prodotto in tutta la sua filiera, anche quella di programmatore dei macchinari e delle attività lavorative. Insomma, era un vero designer a disposizione dell’industria dell’abbigliamento femminile con il compito di trasformare la scarpa in un accessorio prezioso e fondamentale nello stile di una donna. Il potere attrattivo delle scarpe è fortemente evidente, anche in altre opere di artisti contemporanei come Vanessa Beecroft che fotografa e performa con modelle nude o vestite di pochi ornamenti tra cui quasi sempre sono protagoniste. Aldo Pallanza, quando progetta i sui capolavori, sa che ogni donna vuole sentirsi unica, diversa dalle altre, sensuale, intelligente. Le sue scarpe, prodotte da diverse aziende nazionali e internazionali, sono state vendute in milioni di esemplari in tutto il mondo, hanno certamente influenzato la cultura, le posture, l’immaginario femminile per diversi decenni.
Un inventore di moda che ha lasciato un’impronta estetica influenzando gli stili di vita e i prodotti di altri settori produttivi, dai tessuti, alle tappezzerie, ad altri capi di abbigliamento. La sua creatività era sempre ispirata, al punto da inventare, oltre ai modelli di calzatura, tessuti e simil-pellami utilizzati per il loro ornamento, elaborati in modo originale, ottenuti da un’attenta e particolare lavorazione dei materiali.
La conoscenza tecnica acquisita nell’esercizio dell’attività professionale si riverserà in quella di artista, completamente connesso con l’universo femminile da cui estrapola l’anima del sentire e dell’emozione. L’intenzione pittorica trasborda spesso dalla tela per diventare scultorea o elemento tattile in cui il disegno, oggetto di trattamenti particolari, emerge in rilievo, in funzione dei supporti utilizzati, quasi mai ortodossi rispetto a quelli in uso nella pittura tradizionale.
Figurativismo e astrattismo sono sempre presenti nelle sue opere e anche la funzione decorativa dell’immagine trova gli equilibri armonici da cui attingere gli elementi di un linguaggio rivolto alla donna.
Le sue figure femminili sono, al passo con i cambiamenti culturali in atto nel mondo contemporaneo, sensibili ad una lettura sulla condizione della donna e del suo ruolo nella società moderna, periodicamente segnalata lungo il percorso che negli anni accompagna l’evoluzione politica e giuridica dei popoli.
Così nelle sue rappresentazioni, i corpi, le posture e le facce dei soggetti raffigurati portano i segni della diversità culturale e dei fattori geografici di appartenenza.
Una emancipazione femminile lenta e quasi sempre silenziosa che ha reso possibile in questi ultimi decenni la nascita di una nuova consapevolezza, sia maschile che femminile, che ha portato alcune radicali trasformazioni. Potrà sembrare strano, ma è realistico affermare, come hanno scritto eminenti antropologi e sociologi, che a queste dinamiche di riforma hanno contribuito tante componenti, tra cui anche quelle rivendicazioni agitate dall’universo che gravita intorno al sistema della moda. Dobbiamo così riconoscere anche ad Aldo Pallanza il merito di avere portato il suo piccolo contributo al progresso culturale di cui tutti stiamo testimoni.