Nel blu dipinto di blu al Ricetto di Almese


Oper-Azione Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto Le Ambasciate in collegamento mondiale nella giornata del Rebirth-Day, 21 Dicembre 2020.

A cura di Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
In collaborazione con Ricetto per l’Arte Comune di Almese, Associazione Cumalé, Cittadellarte Fondazione Pistoletto, Azienda Filati Tre Sfere e CiAL – Consorzio Imballaggi Alluminio

Il Dipartimento Educazione Castello di Rivoli torna a collaborare con l’Associazione Cumalé, il Comune di Almese e il Ricetto per l’Arte- centro propulsivo per la diffusione e la creazione dell’arte contemporanea sul territorio. Al Ricetto di Almese l’Oper-Azione Terzo Paradiso, a cura delle Artenaute del Dipartimento Educazione Castello di Rivoli, è un omaggio all’opera di Michelangelo Pistoletto e al suo progetto Rebirth-Day, Giornata Mondiale della Rinascita, avviato il 21.12.2012 su scala globale.Dalla torre medievale del Ricetto che guarda alla Sacra di San Michele e alla Valsusa, in questo nuovo Medioevo determinato dalla pandemia, il riverbero della luce dell’alluminio e il segno/simbolo del Terzo Paradiso realizzato in filo blu fornito dall’Azienda Filati Tre Sfere di Settimo Torinese, sono da intendersi come l’auspicio per una nuova rinascita.
Il Terzo Paradiso di Pistoletto suggerisce che, per la difesa del pianeta e dell’umanità, è indispensabile riconsiderare i comportamenti e lo stile di vita di ciascuno di noi, per un presente e un futuro possibile: un messaggio quanto mai attuale nel tempo che stiamo vivendo.

In continuità con il progetto dello scorso anno – Giochi di luce al Ricetto di Almese, il Terzo Paradiso en plen air prende forma a partire da cordoni di alluminio riciclato e riciclabile all’infinito (fornito da CiAl Consorzio Imballaggi Allumino, storico partner del Dipartimento Educazione), materia rilucente e risplendente che con i suoi bagliori evoca la luce che ritorna. L’oper-Azione di quest’anno inoltre si tinge di blu con i Filati Tre Sfere, incorporando tutte le valenze simboliche del colore blu poiché il colore da sempre ha mantenuto rapporti privilegiati con la materia tessile. Associato alla figura geometrica del cerchio, il blu evoca la ricerca di equilibrio, il desiderio di infinito (i tre elementi costitutivi del Terzo Paradiso) che si perde nell’immensità del cielo, nelle profondità del mare, negli spazi aperti. Il blu che da Giotto in poi restituisce il cielo all’umanità, grazie alla preziosità del lapislazzulo, la pietra, che arrivando dall’Oriente (oltremare) ha determinato la storia dell’arte così come la conosciamo, fino ai giorni nostri.
Terzo Paradiso è un progetto artistico nato per essere condiviso su larga scala, dalla dimensione locale a quella globale e che consente di attingere a nuove visioni anche attraverso il lavoro della rete degli Ambasciatori. L’oper-Azione al Ricetto di Almese, grazie alla collaborazione con Cittadellarte Fondazione Pistoletto ha un riverbero nel network mondiale del Rebirth-Day del 21.12.2020, di cui fa parte come assunzione di responsabilità e impegno a contribuire al processo di cambiamento, anche in un ideale collegamento con la Festa del Bianco e della Luce che il Dipartimento Educazione realizza al Gruppo Abele di Torino sempre nella giornata del 21 Dicembre.

Il Terzo Paradiso da tempo connota la Valsusa, anche in omaggio alle origini familiari valsusine di Michelangelo Pistoletto. Numerose le azioni partecipate e i progetti curati dal Dipartimento Educazione insieme alle scuole e ai propri partner sul territorio a partire dal primo Rebirth-Day, il 21.12.2012 con il S.U.S.A. – Sentiero Umano di Solidarieta’ Artistica e Ambientale: una moltitudine di persone tenendosi per mano da Torino fino a Susa, ha collegato la città alla Valle, un grande gesto artistico collettivo, una potente azione metaforica di riconciliazione fra Natura, Arte e Comunità. Lo stesso Forte di Exilles, monumento simbolo della Valle, è caratterizzato dal grandioso giardino del Terzo Paradiso creato sul giasset con 11.000 piante di lavanda con la partecipazione del maestro Pistoletto, in collaborazione con Cittadellarte, Susaculture e i numerosi soggetti del territorio.
Il segno- simbolo del Terzo Paradiso caratterizza anche il wall painting al Polo Sanitario di Avigliana realizzato dal Dipartimento Educazione Castello di Rivoli con un’azione partecipata insieme alle scuole del territorio, in particolare i giovani coinvolti nel progetto alternanza scuola-lavoro (I.T.C.G. Galilei di Avigliana, Liceo Scientifico Rosa di Bussoleno, Liceo Scientifico Darwin di Rivoli, I.I.S.S. Blaise Pascal di Giaveno), mentre all’I.I.S. Natta di Rivoli è stato realizzato il Wall painting in omaggio agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ONU – Agenda 2030.
Il segno-simbolo Terzo Paradiso è stato al centro di numerose oper-Azioni con le scuole di Rivoli e della Valsusa: dall’inaugurazione dell’Ambasciata del Terzo Paradiso all’Istituto Romero di Rivoli, alle azioni realizzate al Castello di Rivoli, al Liceo Scientifico Darwin di Rivoli e a Susa con il Liceo Classico e Scientifico Norberto Rosa.

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Fratellì

Autore: Saverio Teruzzi

La scorsa settimana due notizie giunte alla ribalta dei social mi hanno colpito. La prima riguardava l’appostamento con conseguente arresto di un sedicente rapper romano divenuto famoso su web e whatsapp non per le sue doti canore, che non conosco, ma per le sue imprese alla guida della macchina dove, a mezzo diretta social, “insegnava” un certo tipo di guida ai suoi followers. Nel video che lo ha reso famoso a un certo punto prendeva un muro e al grido di “ho preso il muro fratellì, ho preso il muro. Se hai salvato il video hai fatto i soldi fratellì, hai fatto i soldi fratelli”, ha iniziato a invadere pc, laptop e, ovviamente, smartphone di chiunque, con tanto di meme e prese per i fondelli varie. La sua sfortuna è stata che il clamore generato, oltre ad aver scatenato haters di tutti i tipi, ha smosso la curiosità delle forze dell’ordine, che hanno semplicemente tracciato gli spostamenti ripetuti di “Fratellì” dalle sue dirette per aspettarlo e arrestarlo agevolmente. Sempre dai video i capi d’accusa. La seconda riguardava Francesco, ragazzo di Pordenone che per passione del calcio si sposta a vivere dalla nonna a Monfalcone, cambiando anche scuola e incontrando una professoressa che riesce a stimolare lui, come i compagni di classe, nella passione per la matematica. Così Francesco si applica, applica le sue innate doti e a sedici anni inventa una nuova formula per il calcolo dell’area di un segmento parabolico (ammetto di avere difficoltà anche a capire cosa ho appena scritto) per “velocizzare” la formula algebrica in utilizzo che si rifaceva al Teorema di Archimede. Ah, tra l’altro Francesco, che di cognome fa Bulli, suona il violino… così per dire. Due notizie, direi abbastanza opposte, che hanno circolato sul web con alterne vicende. La prima desta ancora scalpore e nel frattempo anche il padre si è prodigato in difesa del figlio. La seconda la devi cercare con Google, Ecosia o il vostro motore preferito. C’è da scandalizzarsi? E perché? Serve questo o altro esempio per indicare il momento in cui viviamo? Io stesso mi sto chiedendo se sia il caso di continuare a scrivere un articolo se poi non la media, ma la stragrande maggioranza di chi frequenta internet non ha la pazienza di terminare di leggere un post? Spesso mi capita di argomentare con gli amici sulla necessità di alzare il livello medio della cultura generale. Il problema però è capire il come, perché 10 Francesco hanno sicuro un potere di miglioramento, ma a livello sociale, parlando di società, non modificano i valori normali. “Ma è sempre stato così!” Sì, è vero, ma non lo sapevamo. Non avevamo i mezzi tecnici per comprendere tante cose, eravamo manipolati, ma non avevamo modo di arrivare alle manopole. Oggi potremmo. Potremmo, ma con quali mezzi? Basta attivarsi? No, è necessario attivarsi, ma essere anche coscienti sul che cosa, come e perché attivarsi. In Italia abbiamo avuto un passaggio da prima a seconda Repubblica praticamente indolore, probabilmente incolore, sicuramente fittizio. Tra gli anni novanta e il primo decennio del secolo attuale abbiamo assistito al crollo dei vecchi politici, a un iniziale peggioramento della classe dirigente, all’entrata dell’euro a completo discapito delle classi sociali più basse e al disfacimento di alcuni valori già per noi precari. Nell’ultimo decennio abbiamo visto il sorpasso della propaganda social sulla politica tout court con il raggiungimento di vette auliche con il drink o l’arancino in mano, l’esaltazione della news anche se evidentemente fake e l’imporsi di valori sempre più fast e sempre più consumistici che hanno decretato definitivamente la morte non solo del comunismo, ma anche del capitalismo come lo conoscevamo. Di certo è successa una cosa che la pandemia del Coronavirus non ha fatto altro che rendere pubblica: a distanza di 30 anni si è completato il processo di sostituzione e nell’amministrazione pubbliche, centrale e/o locale, il livello medio di preparazione è crollato, non è morto il clientelismo e le nuove generazioni sono meno appassionate al concetto di cosa pubblica. Per questo eravamo impreparati, anche se un piano anti-pandemia c’era, solo che non lo sapevano; per questo non c’era alternativa al lockdown, tutti bravi a parlare dopo; per questo c’è ancora chi dice che non è successo poi un granché, perché è capitato in Lombardia, se il focolaio di Covid-19 si fosse scatenato nel Lazio molto probabilmente avremmo assistito a una strage. “Quindi i mali dell’Italia sono da ricercare negli impiegati pubblici?” No, nell’evasione fiscale, nella concussione/corruzione e nella criminalità organizzata. Il resto è figlio di questi fattori, ma forse è più facile metterci mano.