DISSUADER Design e Arte per costruire solidarietà senza frontiere

16 ottobre 2025  ore 17.30

FABBRICA DEL VAPORE  – Via Giulio Cesare Procaccini 4, Milano – Locale Ex Cisterne

Mosta a cura di Fortunato D’Amico

DISSUADER. Design e Arte per costruire solidarietà senza frontiere

incontro con

Franco Perrotti, Designer

Giacomo Bassmaji, Architetto – Associazione Pensare Globalmente Agire Localmente

Jean Bassmaji, Cardiologo di origine siriana – Associazione Amar –  Vincitore del Premio per la pace Giuseppe Dossetti 

Tareq Aljabr. Poeta e traduttore italo-siriano

modera Fortunato D’Amico – Curatore della Mostra When I Was a Designer.

L’incontro si propone una riflessione corale sul valore umano e progettuale del fare creativo. Un invito a ripensare il ruolo del design non solo come estetica funzionale, ma come costruzione concreta di legami solidali e speranza condivisa.

Il Dissuader e un grande piccione allegorico ideato da Franco Perrotti, protagonista della mostra When I Was a Designer, è l’occasione per un incontro dedicato al potere del design, dell’architettura e dell’arte come strumenti di costruzione della solidarietà oltre ogni frontiera.

Questa figura imponente e ironica, frutto di un sapiente lavoro manuale e molta tecnologia, nasce come metafora della complessa relazione tra esseri umani e ambiente naturale. Nelle opere come il Dissuader, Perrotti traduce i principi del progetto di design in un linguaggio artistico, invitando il pubblico a riflettere su una nuova dimensione narrativa e critica del fare creativo.

Il dibattito affronta il tema del progetto come linguaggio universale capace di generare relazioni etiche e sociali, al di là delle appartenenze religiose, dei condizionamenti politici ed economici e dei confini culturali imposti dall’algoritmo dell’Occidente.

Durante l’incontro verranno presentate anche immagini e testimonianze dirette delle crisi umanitarie che attraversano Siria e Iran, paesi d’origine dei fratelli Bassmaji. L’Associazione Amarattiva nel campo della bioingegneria sociale, ha realizzato un innovativo design della solidarietà, sviluppando protesi per bambini monchi a partire dal recupero di bottiglie in PET.

Nel 2019 Amar ha istituito presso la Facoltà di Ingegneria Meccanica ed Elettrica dell’Università di Damasco il primo laboratorio 3D per protesi artificiali, che produce ausili per mutilati con materiali sostenibili e a basso costo. L’esperienza, oggi consolidata, si è estesa anche all’Università di Aleppo, dove è in corso la creazione di un laboratorio di 400 mq destinato alla produzione di protesi più moderne e di altri strumenti di supporto. Il progetto è sostenuto da un impegno triennale che comprende il finanziamento diretto, borse di studio per laureandi, corsi di formazione, un coordinatore operativo e un servizio di consulenza tecnica a distanza.

L’intervento di Tareq Aljabr, poeta e traduttore italo-siriano, unisce la parola poetica all’esperienza maturata con UNHCR e diverse ONG in Libano, Grecia e Italia. Autore di Di questo mondo e Orme arabe e co-creatore del doc-film Io sto con la sposa, Aljabr trasforma la poesia in un linguaggio di prossimità tra i popoli, dove la forza e la musicalità delle lingue diventano strumenti di dialogo e comprensione reciproca.

In collaborazione con

La poesia come strumento terapeutico per l’anima. Un viaggio verso la consapevolezza e la trasformazione

Coltivo la scrittura poetica come canale espressivo privilegiato e come strumento di lavoro, organizzo iniziative psico-sociali e gruppi d’incontro sulla funzione terapeutica della poesia. Dalle mie esperienze è nato il libro-progetto “Officina Poetica”, un chiaro esempio di poetry therapy (poesia come terapia) finalizzato alla crescita personale e al benessere. Il laboratorio “Alla ricerca delle emozioni nascoste” è tenuto presso l’UNITRE di Vinovo, (Università delle Tre Età). La poesia è da sempre considerata l’arte più potente… capace di toccare le corde più intime dell’animo umano. Oltre a rappresentare un mezzo estetico e creativo, essa può assumere una funzione terapeutica di grande rilevanza, soprattutto in contesti particolari come le Residenze Sanitarie Assistenziali (R.S.A.). Attraverso il laboratorio “Officina Poetica”, la poesia diventa uno strumento utilissimo per il benessere individuale, favorendo il processo di consapevolezza e trasformazione.
L’applicazione della poesia in ambito psico-sociale ha dimostrato di essere straordinariamente benefica, in particolare per gli ospiti delle R.S.A. La lettura e l’ascolto di versi poetici facilitano la connessione con le emozioni più profonde e spesso dimenticate, offrendo loro uno spazio sicuro e protetto per esplorare sentimenti nascosti o rimossi a causa di traumi o difficoltà. La poesia-terapia non solo “riapre il cuore,” ma aiuta anche a ricostruire l’unità del “Sé psicosomatico” frammentato dai conflitti interiori.
Nell’anti Vigilia di Natale (anno 2013), agli ospiti viene letta la poesia “Inno alla madre”, seguono alcuni loro commenti… I nomi di seguito riportati sono di pura fantasia.

Screenshot


INNO ALLA MADRE
Scrigno prezioso… si apre alla vita,
si apre all’amore si apre alla pace.
Con purezza d’animo doni accoglienza
doni carezze… e sincerità.
Sorridi alla vita, offri speranza…
illumini d’amore ad ogni età.
Cuori legati… unica vita, unico amore.
Ancora oggi mi sostieni, mi proteggi, mi incoraggi.
L’ascolto della poesia… “Inno alla madre,” ha permesso agli ospiti di riaprire il cassetto della memoria autobiografica, facendo riaffiorare i ricordi più intimi e più cari.
Commenti:
-Rosanna alza la mano e racconta: “la mia mamma è stata sempre presente, specialmente nei momenti più difficili della mia esistenza. La sua vicinanza è stata fondamentale, l’affetto, l’amore, il sostegno che solo una mamma sa dare nei momenti più difficili è impossibile dimenticare tutto ciò, nonostante gli anni trascorsi, mi manca tanto.”
-Emiliana: “questa poesia mi riporta alla mente i ricordi della gioventù, l’energia, la forza, il coraggio che avevo, ero instancabile, e tutti i succulenti piatti che la mamma sapeva preparare con pochissimi ingredienti. Allora c’era la guerra, la fame. Noi eravamo fortunati, avevamo una mucca e abitavamo in campagna.”
Per l’anziano, riuscire a dare voce alle proprie emozioni, è un modo per aumentare la fiducia in se stessi, rafforzare l’autostima e facilitare le relazioni interpersonali.
Ho rivissuto con ognuno di loro le emozioni riprovate durante i loro racconti. Ho toccato con mano quanto sia importante per il benessere dell’anziano avere un supporto psicologico quando ancora può esprimersi e lo guardi e lo accompagni nel suo rileggersi dentro, oltre alla malattia o alle disabilità che inevitabilmente lo accompagnano… intendendo la poesia come arte benefica per l’anima.
La “poesia-terapia” mette insieme una serie di metodologie, fondate su tecniche specifiche di utilizzo delle poesie, al fine di favorire il processo di consapevolezza e supportare stati emotivi e cognitivi (pensieri) che sono importanti per la crescita e il benessere psicologico di una persona. Questo processo inizia con l’evocazione di emozioni tramite la poesia, prosegue con l’esplorazione del loro significato e culmina nella generazione di creatività e benessere. Il laboratorio “Officina Poetica” conduce gli individui passo dopo passo verso la consapevolezza emotiva, aiutandoli a riconoscere, accettare e trasformare le emozioni che spesso rimangono celate.

La poesia non è solo uno strumento di espressione, ma anche un mezzo per creare connessione e unità. In un’epoca caratterizzata da frenesia e disconnessione, essa offre un’opportunità unica per ritrovare la propria dimensione spirituale e intima. Attraverso le sue parole, la poesia può risvegliare sentimenti sopiti, alleviare il dolore e favorire il processo di guarigione interiore. Gli incontri di “Officina Poetica” rappresentano un rifugio dove l’individuo può esplorare se stesso, riscoprire la propria creatività e iniziare un autentico processo trasformativo.
Inoltre, in un mondo che corre senza sosta, la poesia-terapia si pone come un faro di speranza per coloro che cercano di ricostruire l’unità tra mente, corpo e spirito. Attraverso la lettura, l’ascolto e la creazione poetica, si intraprende un viaggio verso la consapevolezza e la trasformazione. L’arte poetica non solo suscita emozioni, ma le trasforma, permettendo all’individuo di riappropriarsi del proprio benessere emotivo e spirituale. “Officina Poetica” è un laboratorio che continua a dimostrare come il potere delle parole possa davvero cambiare la vita.

Antonietta Natalizio, Psicologa Clinica e di Comunità

Azelio Corni. Al riparo dal Cielo

Azelio Corni. Al riparo dal cielo
“Al riparo dal Cielo” è una raccolta di lavori iniziati nel 2004 in cui ricorre la forma della volta, che richiama il concetto di casa e di focolare. Azelio Corni affronta questo tema con uno sguardo quasi primitivo, in sintonia con il suo profondo interesse per ogni sfaccettatura del mondo arcaico. Decifrare l’universo primitivo non è semplice: spesso lo si approccia con una rigidità mentale fatta di schemi ideologici freddi e preconfezionati, che bloccano invece di liberare. Al contrario, nelle opere di Corni, i simboli e le intuizioni sprigionano un’energia incandescente e magmatica.

Le sue imponenti strutture architettoniche racchiudono il senso primario della vita e della morte. Il nero, scelto come unico colore, si trasforma in un’emozione pura, capace di condurre verso l’infinito.

Tema centrale dell’intera produzione di Azelio Corni è il dialogo Uomo – Natura. Una Natura interpretata come spazio di libertà e strumento di elevazione dell’Uomo, che si traduce in interpretazione architettonica delle forme. La rappresentazione della Natura diventa lo specchio attraverso cui l’essere umano riflette le sue passioni, la sua visione del mondo e il senso stesso della sua esistenza. Una sorta di “Paesaggio – Stato d’animo” contemporaneo, che riassume con chiarezza l’essenza di un itinerario dalle infinite diramazioni.
Un viaggio, quello attraverso le opere monumentali di Corni, che tratteggia non solo il volto della Natura, ma anche quello dell’Anima, perché la meta è sempre il cuore dell’uomo che oscilla costantemente tra i poli di Ragione e Tragedia, pilastri fondanti della nostra civiltà. 
 
Azelio Corni ha creato le sue opere per guidare l’anima oltre la dimensione terrena, in un orizzonte trascendente e segreto.

Le opere esposte sono visioni mastodontiche, definite da una pittura minimale e potentissima. Sono forme che sembrano emergere da antichi strati della coscienza collettiva, cariche di simbolismo e tensione. I volumi, quasi architettonici – Corni era particolarmente legato all’architettura e l’amava -, racchiudono lo spirito umano, come gusci sacri. Non c’è decorazione: solo materia, forma, e la ricerca costante dell’anima. «L’arte di papà è tribale, ma non arcaica; contemporanea, ma mai fredda. Si colloca in quello spazio sospeso in cui l’essere umano si confronta con i grandi interrogativi dell’esistenza, tra la razionalità̀ e il caos, la struttura e l’abbandono». L’allestimento è suggestivo e sembra fatto apposta per la prima scuderia del castello vigevanese, i canti mongoli gutturali di sottofondo rendono il tutto carico di pathos incutendo quasi una religiosità̀ dell’arte.

Articolo di Caterina Corni

Breve bio dell’artista

Originario di Sesto Calende (VA), Azelio Corni (1948 – 2023) ha conseguito la laurea in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha insegnato Comunicazione Visiva all’Accademia A.C.M.E. di Novara (NO) e Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico di Busto Arsizio (VA).
Ha operato nel campo delle arti visive, partecipando a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero (Stati Uniti, India, Giappone, Kingdom of Bahrain). Le sue opere sono state acquisite da istituzioni pubbliche e private e da Istituti di credito, tra cui UBI Banca.

Azelio Corni. Al riparo dal Cielo
Vigevano, Prima Scuderia del Castello
Inaugurazione: giovedì 17 aprile
Apertura: 18 aprile – 18 maggio 2025
Orari:
venerdì, sabato e festivi: dalle 10 alle 19
da martedì a giovedì: dalle 15 alle 18

Per informazioni e visite guidate per gruppi o scuole contattare: 331 8887605

Universo Espanso di Raymundo Sesma

Intervento site specific di alla Biblioteca Pubblica Fernando Tola de Habich

Puebla (Messico)

L’Universo Espanso: Riflessioni su Arte, Architettura e Spazio Pubblico

L’idea di un universo espanso va oltre i confini e le convenzioni stabilite nella società contemporanea. In questo contesto, la lettura di un ambiente urbano degradato non può limitarsi a un’analisi puramente architettonica; deve abbracciare una visione artistica e futuristica. È fondamentale considerare come il paesaggio urbano possa trasformarsi non per imposizione, ma attraverso analogie che riflettono le esperienze umane.

Un Nuovo Approccio Critico

Il momento storico attuale richiede l’adozione di nuove categorie critiche e terapeutiche per affrontare le idee e la realtà urbana e sociale. Espandere le discipline e le idee diventa un atto di emancipazione necessario, un’emergenza che invita a riflettere su come pensare e agire in modo costruttivo all’interno del corpo sociale. Questa proposta si riferisce a un intervento site-specific presso la Casa della Cultura di Puebla, focalizzandosi sulla biblioteca e sulla letteratura del XIX e XX secolo. L’obiettivo è creare uno spazio dove diverse discipline si incontrano, arricchendo l’esperienza sensoriale e intellettuale degli utenti. La biblioteca diventa così un luogo di incontro per il pensiero umano, dove architettura, design, letteratura, scultura e pittura si fondono in un’unica esperienza.

La Biblioteca come Tempio della Conoscenza

Per l’artista, la biblioteca non è solo un luogo di venerazione, ma un tempio di incontro e rivelazione dei misteri della conoscenza. Questo spazio diventa cruciale nella costruzione di un ambiente pubblico che è anche privato, dove gli utenti possono esplorare la dialettica creata dai legami strutturali tra gli elementi del luogo. Lo spazio pubblico e domestico è concepito come un laboratorio suscettibile di intervento. Qui, arte e artificio convergono in un approccio multidisciplinare, liberando l’ordinario da una routine opprimente.

L’Universo Espanso: Comprensione e Impegno

Il concetto di universo espanso si basa su una comprensione poliangolare della realtà. Questa visione dinamica invita a considerare i sensi come strumenti per ampliare l’orizzonte della comprensione olistica del mondo. È una lettura multidimensionale che incoraggia un cambiamento di atteggiamento dall’estetica all’etica, coinvolgendo ciascuno di noi nella consapevolezza di essere parte di un continuum temporale. R. Sesma descrive la città come una mappa che genera conoscenza e certezza, trasformandosi in un laboratorio per il cambiamento sociale. La città è vista come soggetto suscettibile di intervento, pronta per essere avvolta da nuove idee e pratiche artistiche.

Spazio Empirico Multisensoriale

Questo lavoro si propone come uno spazio empirico multisensoriale che coesiste con arte e architettura. Diventa una porta d’accesso a se stessi, costruito come parte integrante dell’esperienza umana. L’interazione tra artista e spettatore evolve da semplice osservazione a partecipazione attiva. Benjamin Buchloh definisce questa esperienza come “scultorea”, sottolineando l’importanza dell’intervento nello spazio pubblico per poetizzare il luogo attraverso le relazioni dialettiche tra i diversi elementi del contesto.

La Scultura come Pratica Meditata dello Spazio

Nell’ambito della scultura, l’intento è quello di generare spazio nello spazio stesso. L’opera diventa trasparente attraverso proiezioni matematiche che esplorano forme geometriche ideali. Non si tratta solo di contemplazione; il focus è sul processo di trasformazione dell’opera stessa. L’opera scultorea manifesta una realtà propria che supera la sua identità oggettiva. Essa inizia e finisce come se stessa, rappresentando uno spazio partecipato e vissuto.

Testo: Fortunato D’Amico

La Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e la Vita nello spazio extraterrestre

L’ISS è stata in questi anni un simbolo di pace e cooperazione internazionale

All’inizio della stagione estiva in Valle d’Aosta e per il terzo anno consecutivo, l’instancabile animatrice culturale e Ambasciatrice del Terzo Paradiso, Glorianda Cipolla, organizza un incontro annuale sempre di grande interesse, ispirato ai temi proposti dall’installazione-simbolo Terzo Paradiso, opera dell’artista Michelangelo Pistoletto, presente in maniera permanente sul prato adiacente a Les Maisons de Judith in Val Ferret.
Ed è proprio qui che lo scorso 3 agosto 2024, si è svolto il dibattito a cui è stato dato come titolo”V.I.T.A. nello spazio extraterrestre”.
L’ incontro ha riunito esperti di vari settori per esplorare le opportunità legate alle missioni spaziali future e alle relazioni tra arte e scienza. Moderato da Fortunato D’Amico e presentato da Glorianda Cipolla, l’evento ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso di oltre 200 persone, venute diverse regioni italiane per assistere a questa manifestazione.
Ad aprire l’evento con i saluti iniziali sono stati il Sindaco di Courmayeur, Roberto Rota, e la senatrice valdostana Nicoletta Spelgatti.

Gli oratori chiamati a dare i loro personale contributo alle tematiche proposte dalla conversazione sono stati:
Michelangelo Pistoletto, artista
Paolo Nespoli, ingegnere e astronauta che ha partecipato a ben3 missioni spaziali
Fabio Massimo Grimaldi, presidente di Altec, industria aeronautica e aerospaziale con sede a Torino.

I tre relatori sono stati in passato tra i protagonisti della missione Expedition 52/53, che ha avuto luogo nel 2017 sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e che ha preso il nome di VITA (Vitality, Innovation, Technology), ispirata al concetto del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto. La missione, sulla Iss, Stazione spaziale internazionale, come ha ricordato Massimo Grimaldi, ha segnato un’importante tappa nella cooperazione spaziale tra NASA e ASI Agenzia Spaziale Italiana, di cui Paolo Nespoli, astronauta dell’ESA, Agenzia Spaziale Europea, è stato il protagonista.
Michelangelo Pistoletto ha evidenziato che un aspetto innovativo della missione è stato l’uso dell’app SPAC3, sviluppata in collaborazione con RAM Radioartemobile e Fabrizio L’Abbate di ESA, Francesco Rea di ASI, per sensibilizzare il pubblico sulla conservazione del nostro pianeta. Grazie a questa applicazione, gli utenti hanno potuto partecipare attivamente alla creazione di un’opera d’arte sociale, coinvolgendo l’intera comunità internazionale che ha utilizzato l’app, e riflettere sui temi della sostenibilità e sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile proposti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Paolo Nespoli ha ricordato che, negli ultimi sette anni, l’ambiente attorno alla ricerca scientifica e aerospaziale è cambiato notevolmente. L’arrivo di nuovi attori non istituzionali in questo mercato ha portato a una progressiva diminuzione degli investimenti da parte degli enti pubblici nella ricerca scientifica e nella progettazione di strumentazioni legate alle dinamiche aerospaziali. Se da un lato questa nuova condizione ha favorito rapidi sviluppi tecnologici, dall’altro ha sollevato importanti questioni riguardanti la privatizzazione imprenditoriale.
Tra gli ospiti era presente anche il fisico Roberto Battiston, che all’epoca della missione VITA era presidente dell’ASI. Battiston ha affermato che, a 60 anni dalla storica competizione tra Russi e Americani, stiamo assistendo a una nuova corsa allo spazio, dove le dimensioni economiche, geopolitiche e militari acquisiscono sempre più importanza. La lista delle nazioni coinvolte si è ampliata, includendo superpotenze come la Cina e l’India. Le destinazioni non si limitano più alle orbite terrestri, ma includono anche la Luna, vista come base per future esplorazioni verso Marte e altri corpi celesti. Questa nuova corsa allo spazio ha generato una crescente competizione per il dominio nello spazio, con implicazioni significative per il futuro dell’esplorazione spaziale e delle relazioni internazionali.

Fabio Massimo Grimaldi, Fabio Grimaldi  ha accennato alle opportunità offerte dall’industria spaziale per l’economia globale, sottolinenando il ruolo le ultime innovazioni e le ricadute nella società e le tendenze del settore. In questo contesto, ha ricordato, il ruolo internazionale di Torino come protagonista di queste ricerche.
Aneddoti divertenti sugli orari e sul tempo dedicato al sonno e al cibo destinato agli astronauti in orbita sulla sulla ISS sono stati raccontati da Paolo Nespoli, suscitando grande interesse da parte del pubblico. Michelangelo Pistoletto ha rammentato l’importanza dell’integrazione del progresso scientifico e della sostenibilità, supportata da considerazioni etiche, è fondamentale per costruire una prospettiva di pace preventiva. La cooperazione internazionale in ambito scientifico può superare le divisioni politiche e promuovere la fiducia tra le nazioni. Investire in tecnologie sostenibili e pratiche etiche aiuta a ridurre le tensioni legate alle risorse. È essenziale che le decisioni scientifiche siano guidate da principi etici, considerando l’impatto sulla società e sull’ambiente. Infine, promuovere una cultura della pace e della sostenibilità attraverso l’educazione contribuirà a creare un futuro più pacifico.

Infine, a commentato Fortunato D’Amico, come già commentato tutti quanti gli altri relatori, la ISS è e rimane un simbolo di pace e di cooperazione tra diverse nazioni, tra cui Stati Uniti, Russia, Europa, Giappone e Canada, anche se la guerra in Ucraina ha complicato le relazioni tra Russia e Occidente, portando a preoccupazioni sulla continuità della cooperazione spaziale.

Nella Libertà di una Storia

L’installazione di Ludovica Sitajolo realizzata all’interno della mostra
“Sogni e Miti di Hollywood, nel Pennello di Nano Campeggi”

Il 20 giugno 2024 è stata inaugurata la mostra “Sogni e Miti di Hollywood, nel Pennello di Nano Campeggi”. Il pittore e cartellonista toscano, scomparso ormai da qualche anno, considerato uno dei più importanti artisti grafici nella storia del cinema, è oggetto di una mostra presso lo spazio espositivo “La Vaccheria” di Roma, dedicata a lui dal Centro Internazionale Antinoo-Yourcenar..
Tra più di 100 opere di Nano Campeggi, Ludovica Sitajolo ha creato l’installazione “Nella Libertà di una Storia”. Un cavallo rosso rivestito di organza emerge dalle bobine della pellicola, galoppando nel grande spazio della Vaccheria verso la sua libertà, “la libertà di una storia”, grazie a un grande ventilatore che muove la criniera.
L’opera rappresenta l’impeto del cavallo in movimento, trasmettendo l’emozione di vitalità e libertà propria del galoppo sfrenato. Il rosso simboleggia il legame con l’opera “I Cavalli di Ben-Hur” di Nano Campeggi, dove i cavalli corrono in un inconfondibile sfondo rosso, catturando il movimento con dinamiche pennellate.
Per enfatizzare l’energia, l’artista ha utilizzato del tessuto di organza rossa che, per la sua trasparenza e capacità di catturare la luce, ricorda le pellicole cinematografiche. Questa trasparenza e gioco di luce sono simbolicamente collegati alle pellicole impressionate dalla luce.
L’opera intende sottolineare il legame con la cinematografia, esprimendo emozioni attraverso storie, come nella prima immagine in movimento creata da “Sallie Gardner at a Gallop” di Eadweard Muybridge nel 1878. I ventilatori, in questo caso, muovono la criniera del cavallo, creando un suggestivo movimento nell’aria che ricorda una danza.
Questo viaggio artistico invita a esplorare ricordi e emozioni, lasciando spazio a storie ancora da creare, tanto dentro di noi quanto fuori.

“Sogni e Miti di Hollywood, Nel Pennello di Nano Campeggi” La Vaccheria, Via Giovanni L’Eltore 35, Eur, Roma”

LUDOVICA SITAJOLO

Nasce a Roma l’11/11/1995 a Roma.
Da sempre affascinata a ogni forma artistica, si diploma al Liceo Artistico Caravaggio nel 2015. Nello stesso anno parte per studiare a Londra dove risiederà cinque anni. Qui frequenta il corso pre accademico al “Kensington e Chelsea College” specializzandosi in Fine Art. Successivamente consegue la laurea in Fine Art and Mixed Media presso l’University of Westminster.
Durante i corsi di studio, l’approccio al pensiero concettuale le permette di sviluppare un dialogo artistico tra spazio, luce e tempo definito mediante la realizzazione di istallazioni immersive; attraverso le quali lo spettatore possa entrare in un’altra dimensione. L’idea è che si possa vivere un’ esperienza unica, come una transizione tra immaginazione e realtà.
Affascinata dalla libertà di poter creare opere con oggetti di ogni genere, e di inventare una nuova identità ad un oggetto, che definisce: “come un allenamento a creare oltre la realtà con la realtà stessa”.
Nel corso degli anni espone in posti come la Biennale di Firenze, l’Archivio Centrale dello Stato, La Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, la Nuvola di Fuksas e altri. Al momento ha in corso un’esposizione pubblica dell’istallazione “Il Viaggio di Un Incontro” presso Monte Isola (Br) grazie alla vittoria della residenza d’artista di Città dell’Arte, Fondazione Pistoletto.
Concetti di libertà, di percezione, di dialoghi con il tempo e con lo spazio attraverso la luce, un gioco continuo con la stratificazione e la scomposizione della realtà. Occhi sempre puntati su qualcosa di nuovo e qualcosa che ancora non c’è.

Vota Borealis, un’Aurora immaginaria… nel nuovo contest di Reale Mutua per aiutarci ad aprire il nuovo spazio dedicato all’arte e alla comunità

Con il nuovo progetto “Borealis: un’Aurora immaginaria” Kaninchen-Haus APS è trai finalisti del contest #OurPeople4People di Reale Mutua Foundation.
Se saremo trai 4 progetti più votati riceveremo un contributo di 10.000 euro che utilizzeremo per rendere sicuro e accessibile lo spazio e per creare un “cubo” insonorizzato per ospitare concerti, dj-set ed eventi dal vivo.🎤
💥Abbiamo bisogno di tutto il vostro supporto per vincere!
Il punteggio si ottiene dalla somma dei voti che raccoglieremo sul sito del progetto + instagram + facebook, per cui votate su tutte le piattaforme!🤳

Ecco le istruzioni:

1) andate alla pagina https://realefoundation.org/it/contest/our-people4people-2024/borealis-unaurora-immaginaria-2333.html date 5 stelle al progetto, inserite il vostro nominativo e la mail e votate (vi arriverà subito una mail con la richiesta di conferma)
2) su Instagram: mettete LIKE👍 a questo post
https://www.instagram.com/p/C4vXoQ5o5-M/?utm_source=ig_embed&ig_rid=e04581bd-ba55-4ce5-8480-1c8b5fa1a260
3) su Facebook: un bel LIKE👍 a questo post
https://www.facebook.com/RealeFoundation/posts/pfbid02Wuh1xPCgAieXQMeuGkb4cc9mjrpXSHAvBiXHEJqZU8VhVdgWsM1zrYE7L478UHa7l

Ricordatevi di votare su tutte e tre le piattaforme e di fare votare i vostri amici e i vostri parenti, vicini e lontani

 Sara Conforti Centosettantaperottanta – What comes first? 

Ch1 – 2020 – 2021

In mostra dal 16.02.2022 al 08.03.2022 alla Galleria Gli Acrobati di Torino 

Centosettantaperottanta | What comes first? Ch1 – 2020 – 2021 è il primo capitolo del progetto di ricerca artistica di Sara Conforti, nato nel 2020 e ispirato dal tema del format educativo AtWork 2022 DI Moleskine Foundation e realizzato durante l’emergenza Covid 19.

A cura di Fortunato D’Amico, l’installazione site specific è stata ospite – ad Ottobre – sia del VI Festival dell’Outsider Art e dell’Arte Irregolare – Palazzo Barolo – Torino sia alla XIII Florence Biennale 2021. ETERNAL FEMININE | ETERNAL CHANGE Concepts of Femininity in Contemporary Art and Design padiglione Cavaniglia a cura di Fortunato D’Amico, dove l’artista è stata inviata in veste di Guest of Honour e dove ha ricevuto il Premio Lorenzo il Magnifico del Presidente alla Carriera per l’impegno profuso a favore del femminile fragile. 

  
Nel Dicembre 2020, Moleskine Foundation invita Sara Conforti alla creazione di un esclusivo taccuino d’artista AtWork da inserire nella sua prestigiosa collezione. 
 
Nasce così un’edizione speciale del progetto Centosettantaperottanta, di Sara Conforti, un percorso di ricerca artistica itinerante attraverso il quale l’artista, dal 2011, identifica uno spazio di esplorazione dedicato all’universo femminile. Il valore pubblico e privato della memoria e del vissuto degli oggetti vestimentari incontra così la possibilità di svelarsi attraverso una prassi tassonomica partecipativa. La ricerca scava nei guardaroba per cercare di condividere risposte in cui gli indumenti delle partecipanti diventano protagonisti di autopsie “affettive”, fulcro di un viaggio del Sé in relazione al gruppo, strumento per favorire la nascita di nuove narrazioni collettive. 
 
Centosettantaperottanta, integrando la domanda What comes first? del format educativo Atwork, ibrida la consueta pratica gender oriented tra abito e habitus di questo progetto artistico, e propone la costruzione di un archivio di reminiscenze vestimentarie condivise, attraverso la redazione dei taccuini Moleskine create da ciascuna delle partecipanti, insieme alla realizzazione di un ricamo personalizzato.  
Gli incontri dedicati a questa ricerca artistica, sono iniziati nel dicembre 2020 con le utenti di Fragole Celesti, Comunità doppia diagnosi per la cura di abusi, violenze e maltrattamenti.  
Sia in modalità remota che in presenza si sono tenuti 10 workshop che hanno coinvolto 70 partecipanti lungo la penisola a partire dal mese di Dicembre 2020 sino a Luglio 2021.  
  
I lavori, opportunamente elaborati in fase finale, sono stati poi esposti al pubblico, una volta a Palazzo Barolo di Torino ed un’altra a Firenze, durante la Florence Biennale 2021, con una curiosa formula partecipata che rimanda ai Libri della Fortuna in gran voga nel periodo del Rinascimento.  
Il pubblico degli utenti, rivolgendo a se stesso la domanda What comes first? potrà interagire con le opere delle partecipanti, estraendo un numero da un insieme di piccoli sassi cifrati che a sua volta coincide con quello di un taccuino e di uno dei ricami rilegati nel libro, a loro volta numerati e messi a disposizione del pubblico. Attraverso la loro lettura il pubblico potrà entrare in contatto empatico con la storia scritta dall’anonima compilatrice dell’opera, casualmente chiamata a dare risposta alla domanda iniziale. 
 
Sara Conforti concepisce il lavoro artistico come momento di interpolazione e di intreccio tra la dimensione etica e quella estetica. La sua attività creativa è strettamente connessa ad una operatività relazionale e ad un’arte che potremmo definire di psicoanalisi interpersonale, motivata dal desiderio di portare un reale contributo al cambiamento sociale, spirituale, finalizzata al raggiungimento di una felicità da condividere senza sensi di colpa. Grazie all’abilità artistica di Sara Conforti, i taccuini e i ricami di Centosettantaperottanta – What comes first? sono quindi validi strumenti di analisi e autoanalisi introspettiva, documenti di un percorso di vita e di cambiamento personale e condiviso, indizi che ci suggeriscono proiezioni al futuro dei nostri stati d’animo. 
  
L’augurio non può che essere, per tutti i curiosi e gli intrepidi che decideranno di affrontare il viaggio di ventura insieme a Sara Conforti e alla sua arte combinatoria, che è uno solo: 
Buona Fortuna. 
 
La Collezione di Moleskine Foundation conta più di 1.300 “taccuini d’autore”, opere uniche realizzate da artisti e pensatori su taccuini Moleskine e donate alla Fondazione per sostenere le sue attività. Una staffetta di creatività collettiva che viaggia per il mondo, ispirando una comunità internazionale di talenti creativi, creativity pioneers, change maker e non solo. Raccoglie i contributi di artisti, designer, architetti, musicisti, filmmaker, illustratori, intellettuali e filosofi, che – pagina dopo pagina – hanno riempito i taccuini di pensieri, schizzi, immagini, trasformandoli spesso in artefatti completamente diversi dall’originale.  Il taccuino è lo strumento, il limite, l’origine. La Fondazione si adopera per presentare la collezione a eventi artistici, festival, mostre e Biennali, così da continuare a dare il massimo della visibilità agli autori e, al contempo, sostenere le attività di raccolta fondi. La Collezione ha un valore educativo unico, poiché è un punto di partenza di riflessione e ispirazione per i giovani delle comunità svantaggiate in tutto il mondo che sono i beneficiari del programma educativo non convenzionale Atwork.  

 
Links: 

Notebook Sara Conforti  – Archive Number XXII – 373 
https://www.at-work.org/en/notebook/sara-conforti-2/ 
https://www.moleskinefoundationcollection.org/sara-conforti-centosettantaperottanta-4772/ 
 
https://www.moleskinefoundationcollection.org/ 
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Paolo Tofani. Dai suoni sperimentali degli Area POPular Group alle vibrazioni spirituali di Krishna

Libreria Bocca 1775 – Rubrica DYNAMIC CULTURE: Good vibrations – Fortunato D’Amico dialoga con Paolo Tofani ex chitarrista degli Area International POPular Group con il Patrocinio del Comune di Milano #socialTVLBocca da un’idea di Giorgio Lodetti incontro culturale con il Patrocinio del Comune di MILANO! Archivio canale YouTube LibreriaBocca1775 – incontri della #socialtvlbocca con il Patrocinio del Comune di Milano