IL DESIGN DEL CAMBIAMENTO. EMMANUELE VILLANI

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Design dei servizi, prodotti, opere di arte applicata, prototipi, piccole città, fotografie, sculture lunari, disegni, architetture, mobili, lampade e tante, tantissime realizzazioni, compongono il lavoro e la ricerca di Emmanuele Villani in più di trent’anni di attività. Se osserviamo tutti questi esperimenti progettuali sempre troviamo in comune la sostenibilità del progetto e delle opere eseguite, con un’attenzione esasperata per il dettaglio e la qualità complessiva del lavoro, visto come unica speranza, quella progettuale, per dare una direzione all’attività dell’umano, con passione e intransigenza al tempo stesso.

E’ possibile incontrare Emmanuele Villani nel suo laboratorio mentre con una saldatrice è intento a collegare strutture di ferro, con una sega circolare a modellare qualche asse, con un bullone a montare una delle sue torri. E’ raro e difficile perchè ama lavorare nel silenzio delle sue macchine, mentre modella e costruisce con facilità disarmante le sue opere. Se si riesce a essere accolti in quel mondo si può trovare una dimensione concreta del fare, una volontà di agire che si percepisce nitidamente e senza maschere. Nel corso dell’inaugurazione si è svolta una performance di Danilo e Francesco Nigrelli, con lettura di brani tratti da Hugo Von Hofmannsthal e Paolo Menghi e con la prima di un progetto video degli stessi autori dal titolo ” Parole senza amore. Parole di verità.

BIOGRAFIA
Emmanuele Villani  si è laureato in Architettura al Politecnico di Milano con Ezio Manzini con una tesi su “La Grande Distribuzione come operatore ambientale. Un campo di applicazione del design dei servizi”. Ha lavorato con Enzo Mari e Michele De Lucchi. Nel corso di oltre trent’anni di attività si è occupato di architettura, industrial design, service design e grafica, con numerosi progetti realizzati in Italia e all’estero. Fondatore dello studio manìarchitetti (www.maniarchitetti.it), del laboratorio di progettazione e manifattura Officine Boiardo (www.officineboiardo.it) è, dall’A.A. 2015-2016, professore a contratto presso la Scuola di Design del Politecnico di Milano.


LOCUS LOCI

Living on the Land

Daniela Pellegrini – Alfredo Rapetti Mogol – Raymundo Sesma

Vicenza. Premio Internazionale Dedalo Minosse alla Committenza di Architettura Basilica Palladiana

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Vicenza. 21 settembre – 6 ottobre 2019 – Come di consueto ogni due anni il Premio Dedalo Minosse affianca ai progetti dei committenti premiati una mostra d’arte dedicata ai temi dell’architettura e alle intuizioni, le suggestioni e le proposte elaborate dagli artisti, esposte nel grandioso salone superiore della Basilica Palladiana.

Pensare globalmente e agire localmente” è lo slogan adottato dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che incoraggia un forte cambiamento dell’attuale modello di sviluppo a favore di una consapevole produzione di tutti gli artefatti e del loro uso.

“Locus Loci – Living on the Land”,invita ad “ascoltare” i luoghi secondo logiche globali e locali, attitudini sensibili, atteggiamenti flessibili, adattabili alle interpretazioni culturali dei contesti specifici.

In un’epoca in cui la diffusione  delle Megacities  e delle Smart Cities promuove opportune riflessioni sulle tecnologie di costruzione da comparare al paradigma della sostenibilità, è necessario  prestare attenzione anche a come oggi si sviluppa in ambito sociale e territoriale il nuovo “atteggiamento verso l’architettura”. In quanto tale esso influenza i comportamenti dei cittadini e predispone la continua trasformazione e l’ adattamento dello dell’habitat umano alle recenti esigenze di comfort. “Pensare globalmente e agire localmente”.

Daniela Pellegrini

Le città e le architetture devono ora armonizzare le loro attività  in assonanza  con i principi della sostenibilità, valorizzare le differenze esistenti tra le molteplici  culture esistenti sul pineta, relazionarsi all’interno dell’ampio  scenario internazionale.

Le diversità,anche nell’architettura, costituiscono la vera ricchezza planetaria.

Tre artisti, provenienti da esperienze artistiche diverse, e uno studio di architettura, sono stati chiamati a rappresentare parte della molteplicità dei punti di ascolto e di osservazione degli spazi di vita. Raymundo Sesma, impegnato con la sua arte grafica a rigenerare e dare un nuovo volto alle periferie urbane del Messico e di altre nazioni, coinvolgendo i cittadini in pratiche di condivisione e rigenerazione del territorio. Daniela Pellegrini, artista “nomade” che coniuga alla pratica della fotografia, la scultura, la grafica, la poesia e congegna installazioni in cui la natura femminile restituendo il senso una profonda e illimitata intimità alla pratica quotidiana dell’abitare il pianeta.

Raymundo Sesma tra le sue opere

La parola è indagata da Alfredo Rapetti Mogol come luogo di origine del fenomeno artistico, piattaforma delle virtù umane, strumento per potenziare l’estensione emozionale dei suoni, traslitterati nella pittura e nella scultura sino a permeare la dimensione spaziale del vissuto quotidiano.

L’installazione di Alfredo Rapetti Mogol all’interno della scenografia curara da Gabbiani & Associati

L’installazione progetta dallo studio Gabbiani & Associati è la rappresentazione di un landscape urbano contemporaneo, che restituisce una prospettiva armonica e concertata del fenomeno architettonico del terzo millennio. Ispirata ad una visione corale dell’architettura, l’opera si inserisce nel dialogo del contesto artistico e porta ulteriori contributi agli intenti critici di questa mostra artistica curata da Fortunato D’Amico, presidente dell’associazioone Pensare Globalmente Agire Localmente.

Fortunato D’Amico e Marcella Gabbiani davanti all’installazione di Alfredo Rapetti Mogol inserita nella scenografia curata da Gabbiani & Associati