A cura di Fortunato D’Amico e Rosa Cascone
VICENZA BASILICA PALLADIANA | dal 12 ottobre al 2 novembre 2025
INAUGURAZIONE Sabato 11 ottobre ore 20.00
All’interno della Basilica Palladiana di Vicenza, Mater Materia è una mostra d’arte che affianca l’esposizione dei progetti del Premio Internazionale Dedalo Minosse alla Committenza di Architettura.
A cura di Fortunato D’Amico e Rosa Cascone, la rassegna collettiva espone le installazioni di Paola Greggio, Pina Inferrera, Marica Moro, Daniela Pellegrini, Antonella Quacchia, Silvia Rastelli, Ludovica Sitajolo, Chiara Vellini e Giuditta Vettese. Ogni opera è affiancata da un pannello retroilluminato che riporta soggetti fotografici realizzati dalle stesse artiste.

L’esposizione intende ripensare il mondo dell’architettura nella sua dimensione interiore e in quella più ampia e macroscopica, come spazio di trasformazione della natura in artificio e quindi in creazione, e al tempo stesso come grembo capace di accogliere e generare la vita. La materia madre è soggetto vivo e generativo.
La nuova condizione femminile, nelle sue molte sfaccettature, si esprime attraverso linguaggi dell’arte che intrecciano corpi, memorie e luoghi, dall’installazione alla fotografia, dalla tessitura alla scultura, in una prospettiva che alimenta la rigenerazione del pianeta in direzione della sostenibilità ambientale e sociale.
La mostra intreccia il linguaggio dell’architettura con le forze della materia, della matrice e della terra. L’artificio umano è il gesto creativo che trasforma i materiali della natura in spazi artificiali per custodire la vita e la memoria.
L’etica dell’esposizione richiama i progettisti e le committenze ad assumere a una responsabilità diretta verso le proprie proposte progettuali, che incidono sulla trasformazione del paesaggio, del territorio e dell’architettura, e in particolare sulle condizioni di vita degli esseri umani e delle biodiversità.
La conferenza, oltre ad approfondire i percorsi artistici, offre al pubblico una riflessione condivisa sulla visione femminile del progetto, che si intreccia con l’architettura, con le prospettive dell’Agenda 2030 e quindi anche con l’idea di una committenza etica capace di riconoscere nelle pratiche artistiche strumenti sensibili di trasformazione.
Allestimento a cura di Quadrus Light, Nesite








