MICHELANGELO PISTOLETTO.ย La Pace Preventiva

a cura di Fortunato D’Amico

Palazzo Reale, Sala delle Cariatidi

dal 23 marzo 2023 al 4 giugno 2023

Da giovedรฌ 23 marzo a domenica 4 giugno Palazzo reale presenta โ€œLa Pace Preventivaโ€, una mostra โ€“ installazione di Michelangelo Pistoletto pensata appositamente per la suggestiva Sala delle Cariatidi.

Promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale, Cittadellarte โ€“ Fondazione Pistoletto in collaborazione con Skira, la mostra รจ curata da Fortunato Dโ€™Amico ed รจ parte di Milano Art Week (11-16 aprile 2023), la manifestazione diffusa coordinata dallโ€™Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, in collaborazione con miart, che mette in rete le principali istituzioni pubbliche e le fondazioni private della cittร  che si occupano di arte moderna e contemporanea, con una programmazione dedicata di mostre e attivitร .

Progettata per estendersi con un movimento ondulatorio sullโ€™intera superficie dello spazio espositivo, lโ€™installazione immerge il visitatore in un ambiente fluido che assume la caratteristica di un labirinto, allโ€™interno del quale si aprono degli spazi che accolgono alcuni tra i piรน emblematici lavori realizzati da Michelangelo Pistoletto nel percorso della sua attivitร .

โ€œLa Pace Preventivaโ€ non รจ solo lโ€™esposizione di una serie di opere prodotte in momenti temporali diversi, ma รจ anche una traccia dellโ€™itinerario di consapevolezza che ha gradualmente consentito allโ€™artista di concepire โ€œlโ€™arte al centro di una trasformazione responsabile della societร โ€ espressione che costituisce la mission della sua fondazione, Cittadellarte, attiva come scuola a Biella dagli anni โ€˜90. Un cambiamento possibile, secondo Michelangelo Pistoletto, solo attraverso una reale pratica della democrazia che coinvolga i cittadini e le loro organizzazioni nei processi di trasformazione sociale responsabile.

Il labirinto รจ uno dei piรน antichi archetipi del viaggio e della trasformazione personale. La sua presenza รจ diffusa nei cinque continenti. Un simbolo ricco di significati criptici dalle molte sfaccettature e interpretazioni, tutte giustificate e coerenti, variabili secondo le epoche e le culture. Lโ€™arte lo ha adottato da millenni, dalla preistoria ai giorni nostri.

Michelangelo Pistoletto giร  nel 1969, progetta il suo primo Labirinto presso il Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam. Allโ€™interno dellโ€™installazione tre membri de Lo Zoo, gruppo artistico multidisciplinare fondato dallo stesso Michelangelo Pistoletto lโ€™anno precedente, svolgono azioni performative suonando dei lunghi megafoni utilizzati come fossero trombe. Negli anni seguenti il Labirinto verrร  riproposto in occasione di altre mostre, ogni volta adattato allโ€™ambiente che lo ospita.”Il labirinto รจ un luogo fortemente simbolico. La leggenda del Minotauro sta a indicare il mostro che vive dentro di noi e la possibilitร  che tutti noi, in un certo momento delle nostre vite private della nostra vita collettiva, saremo costretti ad affrontare noi stessi. Il mio labirinto รจ fatto di cartone corrugato, un materiale flessibile che gli permette di assumere qualsiasi forma e di adattarsi a qualsiasi spazio. In un certo senso รจ come lo specchio che accoglie qualsiasi immagine. Si presenta come un elemento fisico che รจ allo stesso tempo fortemente legato all’immaginazione.” (M. Pistoletto, intervista con G. Celant in Michelangelo Pistoletto. The Mirror of Judgement, catalogo della mostra, Serpentine Gallery, London, 2011).

A Palazzo Reale il visitatore sarร  chiamato a compiere un percorso sinuoso e solo apparentemente disorientante, camminando all’interno del Labirinto. In questo โ€œlaborioso marchingegno dellโ€™arteโ€ ad ogni bivio del percorso dovrร  necessariamente scegliere il tragitto da effettuare per raggiungere le altre opere in esposizione, soffermarsi davanti a esse e riflettere sulla loro esistenza. Allโ€™uscita dallโ€™installazione porterร  con sรฉ il ricordo di unโ€™esperienza ricca di contenuti immaginifici e di informazioni pratiche, ma anche la consapevolezza di avere completato un esercizio tangibile, efficace per riflettere sulle modalitร  per uscire dal labirinto della nostra epoca e instaurare La Pace Preventiva.

La Sala delle Cariatidi accoglie la voce di Cittadellarte attraverso i QR codes che attivano video testimonianze di tutte le attivitร  di questa scuola di interazione tra lโ€™arte e i diversi settori della societร , dallโ€™educazione allโ€™alimentazione, dallโ€™architettura alla moda, dalla spiritualitร  alla politica.

La mostra si estende con tre installazioni nei Musei scientifici del Comune di Milano, Museo di Storia Naturale, Planetario e Acquario Civico, che ospiteranno una serie di incontri di approfondimento nei mesi di apertura della mostra stessa. La Pace diventa cosรฌ il fil il rouge di un piano culturale svolto allโ€™interno del labirinto sociale, che aiuta a evitare le incertezze davanti al bivio delle decisioni e imboccare la strada dellโ€™armonia invece di quella che porta sulla via del contrasto e della conflittualitร .

La mostra di Michelangelo Pistoletto รจ anche un duplice omaggio a Pablo Picasso.

Settant’anni fa, nel 1953, proprio nella Sala delle Cariatidi ancora gravata dai segni del conflitto bellico provocati della seconda guerra mondiale, Pablo Picasso esponeva uno dei suoi piรน importanti e significativi lavori pittorici: Guernica. Osservando con lo sguardo attento la grande tela il pubblico poteva immaginare di sentire le urla devastanti delle vittime del bombardamento terroristico compiuto sulla cittadina basca di Guernica e vedere insieme ai corpi dilaniati dalle armi, emergere la testa del Minotauro, il mostro che domina la scena del labirinto.

Per creare lโ€™immagine-logo de La Pace Preventiva inoltre, Pistoletto assume il disegno di Manish Paul,  alunno della Scuola Secondaria di Vinci che ha sostituito il ramoscello di olivo della colomba di Picasso con il segno del Terzo Paradiso, aggiudicandosi il premio โ€œEducare alla pace: Leonardo, Picasso, Pistolettoโ€ nellโ€™anno scolastico 2014-2015.


Michelangelo Pistoletto nasce a Biella nel 1933. Nel 1962 realizza i Quadri specchianti, con i quali raggiunge in breve riconoscimento internazionale. รˆ considerato uno dei precursori e protagonisti dellโ€™Arte Povera con i suoi Oggetti in meno (1965-1966) e la Venere degli stracci (1967). A partire dal 1967 realizza, fuori dai tradizionali spazi espositivi, azioni che costituiscono le prime manifestazioni di quella โ€œcollaborazione creativaโ€ che svilupperร  nel corso dei decenni successivi, mettendo in relazione artisti provenienti da diverse discipline e settori sempre piรน ampi della societร . Negli anni Novanta fonda Cittadellarte a Biella, ponendo lโ€™arte in relazione con i diversi ambiti del tessuto sociale al fine di ispirare e produrre una trasformazione responsabile della societร . Ha ricevuto innumerevoli premi internazionali, tra cui nel 2003 il Leone dโ€™oro alla carriera della Biennale di Venezia e nel 2007 il Wolf Foundation Prize in Arts โ€œper la sua carriera costantemente creativa come artista, educatore e attivatore, la cui instancabile intelligenza ha dato origine a forme d’arte premonitrici che contribuiscono ad una nuova comprensione del mondoโ€. Nel 2013 il Museo del Louvre di Parigi ospita la sua mostra personale Michelangelo Pistoletto, Annรฉe un – le paradis sur terre. In questo stesso anno riceve a Tokyo il Praemium Imperiale per la pittura. Nel 2022 esce il suo ultimo libro La Formula della Creazione edito da Cittadellarte EdizioniSue opere sono presenti nei maggiori musei dโ€™arte contemporanea.

Sito ufficiale:  www.pistoletto.it


Michelangelo Pistoletto โ€œLa Pace Preventivaโ€

Palazzo Reale, Sala delle Cariatidi, Milano

apertura al pubblico dal 23 marzo al 4 giugno 2023

conferenza stampa mercoledรฌ 22 marzo, ore 11.00 โ€“ Sala Conferenze

inaugurazione 22 marzo ore 18.30 (su invito)

Orari

Palazzo Reale

da martedรฌ a domenica ore 10.00 – 19.30

giovedรฌ ore 10.00 – 22.30

ultimo ingresso unโ€™ora prima della chiusura della mostra

Biglietti
intero โ‚ฌ 8
ridotto โ‚ฌ 6 ragazzi dai 6 ai 26 anni  e over 65 anni 
gratuito fino a 5 anni

Uffici stampa

IBC Irma Bianchi Communication

Tel. +39 02 8940 4694 – mob. + 39 328 5910857 – info@irmabianchi.it

testi e immagini scaricabili da www.irmabianchi.it

Cittadellarte โ€“ Fondazione Pistoletto
Margherita Cugini
m.cugini@cittadellarte.it – t +39 3496031888

Comune di Milano
Elena Conenna
elenamaria.conenna@comune.milano.it

Catalogo

Skira editore

Siti internet

www.palazzorealemilano.it
www.cittadellarte.it

ENTROMURA

Lโ€™UNIVERSO FEMMINEO NELLA CULTURAALLโ€™ EPOCA DI LUDOVICO IL MORO E NELLโ€™ERA DIGITALE

TONYย HASSLERย ย eย SILVIAย RASTELLI

A CURA DI FORTUNATO Dโ€™AMICO

Inaugurazione 18 febbraio 2023 ore 16.00

Strada Sotterranea del Castello di Vigevano

18 FEBBRAIO – 5 MARZO 2023

A 570 anni dalla nascita di Ludovico Sforza detto il Moro, Duca di Milano, un personaggio chiave nella storia del Rinascimento italiano e lombardo, due artisti, TONY HASSLER  e SILVIA RASTELLI, allestiscono con le loro opere la mostra โ€œEntromura. Lโ€™universo femmineo nella cultura, allโ€™ epoca di Ludovico il Moro e nellโ€™era digitaleโ€ allโ€™interno degli spazi della Strada Sotterranea del Castello di Vigevano. 

Lโ€™evento, curato da Fortunato Dโ€™Amico, รจ un momento di riflessione storica sulle modalitร  di rappresentazione iconografica, sui flussi culturali tra passato e presente e sulle vicende umane.

Grazie ai celebri profili della cortigiana Cecilia Gallerani, della sposa Beatrice dโ€™Este, dellโ€™amante Lucrezia Crivelli e delle altre donne, non solo quelle presenti alla corte di Ludovico il Moro, lโ€™arte della pittura offre uno spaccato della vita rinascimentale e invita noi contemporanei a confrontarla con le abitudini, i modelli di narrazione e di comunicazione del terzo millennio. 

La mostra non vuol essere un manifesto politico, ma un omaggio allโ€™essere donna, allโ€™identitร  del femmineo, nelle sue vecchie e nuove accezioni.

Il Rinascimento segna uno dei primi importanti passi verso lโ€™emancipazione della figura femminile e dellโ€™universo femmineo, che  come tutti sappiamo rimane ancora oggi unโ€™argomento di grande attualitร . Cosa significa essere donna? 

โ€œEntromuraโ€ รจ un dialogo tra generazioni e sessi differenti, espresso in un variopinto linguaggio multimediale tra danza, pittura, fotografia e tanto altro. La collaborazione tra i due artisti, il fotografo Tony Hassler e la pittrice e performer Silvia Rastelli, promuove un indagine comparativa sullโ€™universo femmineo, mettendo in parallelo le loro opere fotografiche e pittoriche con i ritratti realizzati dai pittori rinascimentali, al fine di scoprire le differenze e le analogie con il presente. 

Il  paragone tra fenomeni attinenti, appartenenti a zone spaziali o temporali distinte  e distanti tra loro, รจ parte del metodo scientifico. Consente lโ€™interpretazione la comprensione dei contesti  e delle predisposizioni culturali del passato e ci rende consapevoli di ciรฒ che di essi รจ giunto sino ai giorni nostri, ma anche di come questo patrimonio conoscitivo venga elaborato e re-interpretato quotidianamente.

Il visitatore avrร  cosรฌ modo di raffrontare i linguaggi utilizzati dallโ€™arte di ieri e di oggi attraverso i suoi strumenti di rappresentazione per raccontare la mutevolezza della vita, esaminata scrutando i dettagli delle acconciature, i tessuti, i profili  di quei personaggi immortalati dagli artisti che raccontano la mascolinitร , la femminilitร , i pregi e le virtรน delle vezzositร  umane.


Tony Hasslerย 

รˆ nato a Milano nel 1962 e fin dai primi anni di vita ha cercato di trasformare i suoi interessi e le sue passioni – estetica, arte e comunicazione – in opportunitร  professionali.

La passione per la fotografia nasce da adolescente, nel 1980 il suo primo reportage fotografico sul terremoto in Irpinia, pochi mesi dopo il primo viaggio in India. Da allora รจ diventato un instancabile scopritore e l’entusiasmo e la curiositร  di esplorare non lo hanno mai abbandonato; nei suoi scatti trasmette emozioni dinamiche, frutto della ricerca del gusto della vita a un’altra velocitร .

I suoi lavori, pubblicati in numerose riviste, raccontano le storie delle terre e delle persone del mondo.

Prima di diventare professionista, ha esplorato carriere alternative che gli hanno permesso di cogliere prospettive insolite e di avvicinarsi ai suoi soggetti con un’innata empatia, frutto di una filosofia vissuta ancor prima che pensata.

Ha praticato sport estremi e coltivato la passione per l’arte, il design e la musica jazz, fondendo i suoi stimoli in elementi fotografici che non hanno mai ceduto al disincanto di un professionista.

Etichettarlo come “fotografo” รจ un eufemismo: spirito libero dall’anima cosmopolita, Tony ha saputo coniugare il gusto della scoperta con uno stile prettamente metropolitano.

Si dedica anche all’insegnamento per la diffusione del linguaggio fotografico. Durante le lezioni e le discussioni, riesce a trarre spunti creativi inediti dal rapporto con i suoi studenti e con il pubblico. Alla costante ricerca di nuovi stimoli, Tony non ha trascurato le tecniche di post-produzione, realizzando proficue collaborazioni con colleghi professionisti e con artisti visivi, che hanno creato opere d’arte sulla base dei suoi scatti.

Quest’arte che genera arte รจ, forse, la sua piรน grande soddisfazione!

Le collaborazioni includono:

Rizzoli, Mondadori, Universo Cairo, De Agostini, Condรจ Nast, Repubblica, Style, Maxim, Corriere Della Sera, Gulliver, Dove, Specchio, Anna, Tutto, Marie Claire, Gentleman, Club 3, Io Donna, Tutto, Newton, Fox, GQ, Alp, V&S, Red Bull, Airone, Il Sole 24 Ore, Grazia.

Ritratti:

Antonio Albanese, Giandomenico Basso, Heinz Beck, Ross Brawn, Ferdinando Caraceni, Alessandro Cattelan, Massimo Coppola, Carlo Cracco, Cesare Cremonini, Antonio Di Natale, Shirin Ebadi, Giovanni Gastel, Michele Giuttari, Enus Mariani, Manfred Moelgg, Davide Oldani, Miloud Oukili, Mattia Poggi, DJ Ringo, Sergio Rubini, Giuliano Sangiorgi, Nadia Santini, Dejan Stankovic, Thierri Stern, Romano Tamani, Giovanni Veronesi.

Silvia Rastelli

รˆ nata nel 1983 a Piacenza. Nel 2002 inizia a studiare con il maestro Gianni Zari (giร  ballerino e coreografo al Teatro La Scala di Milano) con il quale lavora per svariati anni danzando nel ruolo di solista. 

Crea, nel 2003, le scenografie dellโ€™operetta โ€œNo No Nanetteโ€ di Corrado Abbati al Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia. Ancora giovanissima partecipa alla collettiva

 โ€œLaboratorio Breraโ€ nel Castello di Monticelli dโ€™Ongina e allestisce una mostra personale nel Castello di Zavattarello (Pavia). Inizia in questi anni unโ€™intensa attivitร  espositiva. 

Nel 2007 si la laurea in Pittura col massimo dei voti.  2008: recita nel cortometraggio โ€œLโ€™Astronautaโ€ diretto da Maurizio Losi prodotto da Exen Media. Nel 2009, si laurea con la lode nel biennio di โ€œArti Visiveโ€allโ€™Accademia di Brera di Milano. 

Prosegue lโ€™attivitร  espositiva e quella performativa. Da ricordare, nel 2010 la mostra nella galleria โ€œRivoli 59โ€ di Parigi (Francia), nella galleria Laboratorio delle Arti in โ€œArte per Loroโ€ (Piacenza), nella personale โ€œBeauty Demands Protectionโ€ presso la Art Hall Gallery a Kiev (Ucraina), alla Biennale Art-Brescia 2011 [catalogo โ€œArt-Brescia 2011โ€] e infine a Milano in โ€œArte per Loroโ€ alla Gal-leria della Fondazione D’Ars. Nel 2012 รจ presente ad Arte Accessibile Milano e al Fuori Salone del Mobile nello Spazio Bossi Clerici di Milano e con una mostra personale a Venezia,  in concomitanza con La Biennale di Architettura.  

All’ Ex-Ansaldo di Milano, partecipa con una mostra e una performance ad โ€œItacaliveโ€, curata da Silvia Fabbri. Nel 2013 la mostra personale โ€œLuna Rossaโ€ nelle Raccolte Frugone dei Musei di Nervi e Genova curata da Fortunato D’Amico e Maria Flora Giubilei. Nel 2016 inaugura โ€œAnimaโ€, anteprima della mostra personale nella galleria Civico8 di Vigevano. Danza in โ€œPunti di Vistaโ€ di E. Rossetti al Teatro Trieste34 di Piacenza. Silvia coreografa e danza nell’Opera Macbeth al Teatro Municipale di Piacenza; lavora come mima in Madama Butterfly al Teatro Municipale di Piacenza e al Teatro Comunale Pavarotti di Modena e come performer in Un Ballo In Maschera al Teatro Municipale di Piacenza e al Teatro Comunale di Ferrara.  Per il Teatro Trieste34 di Silvia danza una propria coreografia nel video Fantacity di Andrea Felice a Roma e dal vivo alla galleria Nemo di Torino e lโ€™assolo โ€œBambolaโ€, in prima serata in apertura a Quarto Grado su Rete Quattro.  2017: espone e danza tra le sue opere ed una di suo padre ne “L’olio dโ€™artista” al Palazzo delle Stelline di Milano. Danza ne “Ces petits actes qui nous engagent”, una collaborazione tra la compagnia francese Ilimitrof e l’Ensemble Lodi Teatro. A Torino alla Galleria Old-American Design and Art, inaugura la personale “Essere Ritratto” cura-ta dal critico d’arte Francesco Poli. 

Nel 2018, sponsorizzata da Che Banca!  inaugura due mostre personali nelle filiali di Torino e Busto Arsizio e due personali nella Art Gallery Museum di Piacenza e a La Pedrera Art di Soncino, e una bipersonale โ€œRastelliโ€ con il padre Giorgio Rastelli, al castello di Zavattarello (PV).

Silvia danza e coreografa lโ€™assolo โ€œCome una Bambolaโ€ a Quarto Grado su Rete Quattro, e danza due sue coreografie in โ€œDebussy a Quattro Maniโ€ alla Sala Dei Teatini di Piacenza.  Nel 2019 espone 5 opere museali nella collezione del BAG-Bocconi Art Gallery di Milano. Nel 2020 partecipa ad ApArt Fair, nello stand della Casa Museo De Angelis, Padiglione delle Belle Arti di Torino.

Nel 2021  nella strada Sotterranea del Castello, inaugura Human Generation, una mostra bipersonale con il padre Giorgio Rastelli in omaggio a Dante Alighieri. Espone con 7 opere nella Biennale Florence Eternal Feminine.

ALDO PALLANZA. AL FEMMINILE

MyOwnGallery di SuperstudioPiรน, in via Tortona a Milano ospita dal 17 al 27 novembre 2022, con la curatela di Fortunato Dโ€™Amico, la prima personale milanese di Aldo Pallanza, dal titolo โ€œAl femminileโ€.


Cercasi Principe Azzurro. Dopo aver calzato una scarpetta, perfettamente adatta a modellare il suo grazioso piedino, la giovane, ragazza quotidianamente impegnata a lavorare come donna delle pulizie nella casa della matrigna e delle sorellastre, venne scelta dal Principe Azzurro in qualitร  di sua consorte e futura Regina del regno. Cenerentola รจ certamente la favola che meglio esprime la particolare valenza che questo accessorio del vestiario assume nella cultura femminile sul piano simbolico e su quello psicologico di chi la indossa. Certamente Aldo Pallanza conosceva cosรฌ bene lโ€™universo femminile al punto tale da diventare uno dei piรน richiesti e affermati designer della calzatura rivolta alle donne. Aldo Pallanza avrebbe compiuto 100 anni nel 2022. Rivedendo e rileggendo criticamente i modelli di scarpe femminili da lui progettati nel corso della lunga carriera di modellista, i primi realizzati da giovanissimo intorno alla metร  degli anni trenta del secolo scorso, si rimane meravigliati dallโ€™attualitร  con cui questi oggetti, si presentano ancora oggi agli occhi di noi contemporanei. Cosa sarebbe la moda senza designer geniali, come si usa adesso per definire i modellisti di una volta, capaci di elaborare soluzioni empatiche al sentire delle donne del proprio tempo? Aldo Pallanza non era solo un disegnatore di stile ma un tecnico completo, chiamato a sviluppare il progetto di industrializzazione del prodotto in tutta la sua filiera, anche quella di programmatore dei macchinari e delle attivitร  lavorative. Insomma, era un vero designer a disposizione dellโ€™industria dellโ€™abbigliamento femminile con il compito di trasformare la scarpa in un accessorio prezioso e fondamentale nello stile di una donna. Il potere attrattivo delle scarpe รจ fortemente evidente, anche in altre opere di artisti contemporanei come Vanessa Beecroft che fotografa e performa con modelle nude o vestite di pochi ornamenti tra cui quasi sempre sono protagoniste. Aldo Pallanza, quando progetta i sui capolavori, sa che ogni donna vuole sentirsi unica, diversa dalle altre, sensuale, intelligente. Le sue scarpe, prodotte da diverse aziende nazionali e internazionali, sono state vendute in milioni di esemplari in tutto il mondo, hanno certamente influenzato la cultura, le posture, lโ€™immaginario femminile per diversi decenni.
Un inventore di moda che ha lasciato unโ€™impronta estetica influenzando gli stili di vita e i prodotti di altri settori produttivi, dai tessuti, alle tappezzerie, ad altri capi di abbigliamento. La sua creativitร  era sempre ispirata, al punto da inventare, oltre ai modelli di calzatura, tessuti e simil-pellami utilizzati per il loro ornamento, elaborati in modo originale, ottenuti da unโ€™attenta e particolare lavorazione dei materiali.
La conoscenza tecnica acquisita nellโ€™esercizio dellโ€™attivitร  professionale si riverserร  in quella di artista, completamente connesso con lโ€™universo femminile da cui estrapola lโ€™anima del sentire e dellโ€™emozione. Lโ€™intenzione pittorica trasborda spesso dalla tela per diventare scultorea o elemento tattile in cui il disegno, oggetto di trattamenti particolari, emerge in rilievo, in funzione dei supporti utilizzati, quasi mai ortodossi rispetto a quelli in uso nella pittura tradizionale.
Figurativismo e astrattismo sono sempre presenti nelle sue opere e anche la funzione decorativa dellโ€™immagine trova gli equilibri armonici da cui attingere gli elementi di un linguaggio rivolto alla donna.
Le sue figure femminili sono, al passo con i cambiamenti culturali in atto nel mondo contemporaneo, sensibili ad una lettura sulla condizione della donna e del suo ruolo nella societร  moderna, periodicamente segnalata lungo il percorso che negli anni accompagna lโ€™evoluzione politica e giuridica dei popoli.
Cosรฌ nelle sue rappresentazioni, i corpi, le posture e le facce dei soggetti raffigurati portano i segni della diversitร  culturale e dei fattori geografici di appartenenza.
Una emancipazione femminile lenta e quasi sempre silenziosa che ha reso possibile in questi ultimi decenni la nascita di una nuova consapevolezza, sia maschile che femminile, che ha portato alcune radicali trasformazioni. Potrร  sembrare strano, ma รจ realistico affermare, come hanno scritto eminenti antropologi e sociologi, che a queste dinamiche di riforma hanno contribuito tante componenti, tra cui anche quelle rivendicazioni agitate dallโ€™universo che gravita intorno al sistema della moda. Dobbiamo cosรฌ riconoscere anche ad Aldo Pallanza il merito di avere portato il suo piccolo contributo al progresso culturale di cui tutti stiamo testimoni.

LABORATORIO AFRICA

โ€œNoi architetti abbiamo unโ€™occasione unica per proporre idee ambiziose e creative che ci aiutino a immaginare un piรน equo e ottimistico futuro in comuneโ€.

Lesley Lokko curatrice della Biennale Architettura 2023

Ne discuteremo con:

Arch. Giacomo Bassmaji, Art director Cairepro

Dott. Giovanni Umberto De Vito, Ambasciatore Italiano in Senegal

Arch. Nello Tafuro, Presidente Cairepro

Prof. Mario Zamponi, Dipartimento di Scienze politiche e sociali, Universitร  di Bologna

Prof. Alfredo Ronchetta, giร  Ordinario Politecnico di Torino

Prof. Romeo Farinella, Ordinario di Progettazione Urbanistica, Universitร  di Ferrara

Dott. Alessio Salvadori Pannini, Cooperatore in Africa

Arch. Antonio Armaroli, Vice Presidente Cairepro

modera Fortunato Dโ€™Amico, Architetto, curatore indipendente


Per confermare la tua presenza clicca qui >>> https://bit.ly/3yWfNXW


Il convegno Laboratorio Africa organizzato da Cairepro in occasione dei 75 anni di storia della Cooperativa Architetti e Ingegneri di Progettazione si svolgerร  venerdรฌ 28 ottobre alle ore 17:30. I Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia ospiteranno lโ€™evento dedicato al continente africano: unโ€™analisi storica, antropologica, urbanistica e architettonica; interverranno sul tema accademici, professionisti, imprenditori, cooperatori e amministratori pubblici.  

Interverranno diversi ospiti illustri tra cui: l’Ambasciatore dโ€™Italia in Senegal, Dott. Giovanni Umberto De Vito, che farร  un saluto istituzionale; Mario Zamponi Docente del Dipartimento di Scienze politiche e sociali dellโ€™Universitร  di Bologna che introdurrร  il tema dal punto di vista storico sociale; Romeo Farinella, Professore Ordinario di Progettazione Urbanistica dellโ€™Universitร  di Ferrara, che ha sviluppato diversi progetti in collaborazione con la Facoltร  di San Luis de Senegal; Alfredo Ronchetta, Senior Professor del Politecnico di Torino che ci parlerร , tre le cose, delle abitazioni tradizionali swahili. 

Alessio Salvadori Pannini, Direttore di ENABEL Costa Dโ€™Avorio, oltre a Nello Tafuro, Presidente Cairepro, Antonio Armaroli, Vice Presidente Cairepro e Giacomo Bassmaji, art director e architetto. La conferenza sarร  moderata da Fortunato D’Amico, architetto e curatore indipendente.

Il Presidente Nello Tafuro dichiara: โ€œCairepro รจ attiva da 75 anni nel campo della progettazione di architettura e di ingegneria su tutto il territorio nazionale. Dopo diversi tentativi di operare oltre confine, abbiamo trovato in Senegal un territorio fertile e favorevole e una committenza attenta e collaborativa. La nostra attivitร  in Africa ci vede protagonisti in Senegal e Gambia da circa cinque anni. Con Laboratorio Africa vogliamo ribadire la nostra visione di internazionalizzazione e approfondire le tematiche sul territorio che ci ospita grazie ai contributi che porteranno i nostri ospiti. Lโ€™iniziativa sarร  lโ€™occasione per parlare dei progetti attivi e dello sviluppo futuro di Cairepro in Africaโ€.

La serata si concluderร  con un aperitivo a buffet offerto a tutti gli ospiti che saranno presenti, un momento conviviale per incontrarsi e condividere le esperienze legate al continente africano e la sua storia. Per gli architetti presenti sono riconosciuti due crediti formativi. 

Il 28 ottobre alle ore 17:30 Laboratorio Africa presso i Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia per info comunicazione@cairepro.it โ€“ http://www.cairepro.it

Evento promosso da Cairepro con il patrocinio di Universitร  di Ferrara | Dipartimento di Architettura, ALA Assoarchitetti, Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Reggio Emilia, Ordine degli Ingegneri di Reggio Emilia, Fondazione E35, Legacoop Emilia Ovest, Pensare Globalmente Agire Localmente.

L’ORIGINE DELLA MATERIA tra Arte e Scienza

di Valentina Facchinetti

Il 4 Luglio 2012 venne confermata al pubblico la cosiddetta โ€œParticella di Dioโ€ dal CERN di Ginevra, il suo compito รจ quello di conferire massa a tutte le altre particelle: lโ€™origine della materia. Fu inizialmente teorizzata da Peter Higgs dal quale prende il nome e la sua scoperta fu un traguardo straordinario. A dieci anni da quel giorni, la Strada Sotterranea al Castello Sforzesco di Vigevano ci invita ad unire la lettura scientifica di quel momento a quella artistica: โ€œIl Bosone di Higgs, tra Arte, Scienza e Trascendenzaโ€

Grazie a Valerio Grassi, uno scienziato di forza al CERN negli anni della scoperta e Cavaliere Dellโ€™Ordine Del Merito Della Repubblica Italiana, e Giuseppe Portella, artista della resina da sempre ispirato dal tema della scienza e dello spazio, ci viene presentata una mostra a cura di Fortunato Dโ€™Amico e Chiara Crosti, dove ogni opera dโ€™arte trova una sua applicazione nel mondo e spazio della fisica.

Cerchi concentrici e sfere che ingannano lโ€™occhio danno la possibilitร  al visitatore di lasciarsi trasportare in mondi che vanno al di lร  del corpo umano fino a raggiungere la dimensione della โ€œParticella di Dioโ€.

Come dice lโ€™artista Giuseppe Portella, indagare su questi fenomeni si puรฒ fare in molte forme: se il compito dello scienziato e della fisica รจ di studiare e trovare una veritร  oggettiva, lโ€™arte lascia piรน spazio ad una dimensione umana e ad una sua applicazione interiore.

Trascendenza รจ quello che accomuna le due. Materia e spirito. โ€œSiamo polvere di stelle e parte del Big Bangโ€ ripete spesso Valerio Grassi ed รจ interessante notare come nei quadri si rispecchia questa unicitร  e dimensione che va oltre il nostro mondo e ricorda quello particellare.

La mostra si pone come punto di incontro tra le due discipline, โ€œquasi come un esperimento socialeโ€ come menzionato dallo scienziato, dove lo spettatore รจ portato ad unโ€™indagine interna quando confrontato con la piccolezza e l’immensitร  di quello che ci compone.

Grazie alla mostra possiamo anche conoscere la biografia di queste due personalitร  che si occupano di argomenti molto lontani lโ€™uno dallโ€™altra ma che riescono a trovare un punto che le accomuna nella โ€œParticella di Dioโ€.

INTERVISTA A GIUSEPPE PORTELLA

di Valentina Facchinetti

Come รจ nata questa collaborazione tra arte e scienza, e come vede questa trascendenza nellโ€™unione tra le due?

A mio parere, scienza e arte non si possono dividere. La scienza deve dare delle risposte di tipo formale e matematico, ma non puรฒ dare tutto. Non puรฒ dare ciรฒ che invece lโ€™arte puรฒ fare. Tuttavia le due cose viaggiano sullo stesso binario.

รˆ un’indagine; unโ€™indagine di cose che non conosciamo. La scienza รจ chiamata ad approfondire tutto questo e anche lโ€™arte deve fare la sua parte. Deve dare una visione assolutamente immaginifica, filosofica. Senza lโ€™immaginazione, nรฉ lo scienziato nรฉ l’artista arriverebbero a dare una risposta.

Perรฒ queste due risposte possono anche essere coincidenti, perchรฉ quando nelle mie opere cerco di realizzare gli atomi, li immagino in senso figurativo. Invece di avere un paesaggio classico vedo un paesaggio spaziale, vedo come siamo dentro; quindi devo immaginarmi gli atomi in un certo modo: che vibrano, che si rincorrono, si uniscono.

E poi vado a vedere un riscontro nelle immagini scientifiche, anche se inizialmente le ho immaginate nella mia testa.

A me la scienza piace perchรฉ dร  delle risposte che puntano a trovare la veritร  e trattano fenomeni interessantissimi che non possono non affascinare lโ€™artista. Lโ€™arte รจ chiamata ad occuparsi non solo della bellezza ma tutto di quello che ci circonda e piรน dello spazio cosa cโ€™รจ? Noi alla fine cosa siamo? E mi riferisco alla trascendenza, siamo spirito e materia.

Quello che la scienza forse non puรฒ andare ad indagare รจ forse la spiritualitร , ma รจ importante. Noi siamo su due linee, linea verticale, spirito, linea orizzontale, materia. Queste due unioni non possono sovrapporsi.

Io cerco di giocare con le forme sferiche, le mie opere sono molto dedicate allo spazio e alla scienza. Per me non cโ€™รจ piรน niente da dipingere: con la fotografia e il digitale che senso ha, a mio parere, dipingere un viso o una persona nel suo aspetto esteriore. A me interessa quello interiore, che รจ quello spaziale, spirituale. Che รจ quello che ribadiva Valerio, in una citazione che a me piace molto โ€œNoi siamo figli delle stelleโ€. Abbiamo dentro la polvere di stelle e qualcuno deve pur raffigurarla.

Una signora mi ha detto โ€œma รจ un arte strana, non lโ€™ho mai vista โ€œ, io mi sono permesso di dire โ€œรจ una arte figurativa dello spazioโ€; perchรฉ per me รจ importante andare a saldare questo ciclo, per questo metto le sfere. Il non inizio e la non fine. Che cosa รจ il nostro transito terrestre? La non morte e la non nascita, un continuo trasformarsi cosรฌ come la materia รจ in continua trasformazione. Il nostro รจ solo un passaggio che ci porta ad un altro tipo di materia o alla non materia, quello che studiano loro, i fisici, lโ€™antimateria.

Io ho concentrato tutto il mio lavoro negli ultimi 15 anni sullo studio della luce,sono partito dalle terre rare luminescenti; ho avuto la fortuna di testare, per primo in Italia, questo fenomeno. Sono terre che si nutrono di luce sia artificiale che naturale e la rimettono in perpetua al buio. Questo ti insegna che il buio non esiste, quindi quando si parla di buio nello spazio รจ in realtร  il limite dei nostri occhi, quello che non siamo in grado di vedere. Da lรฌ รจ nata lโ€™esigenza di approfondire con lโ€™utilizzo delle tecnologie cinematografiche sottili, le carte olografiche, che riflettono la luce ed ho tolto il colore.

Lo studio del ciclo lo lux racchiude la luce e lโ€™olografia.

Noi stiamo andando verso lโ€™olografia, tutto quello che vediamo รจ falso.

Ci sono cantanti che salgono sul palco proiettando solo la loro immagine ed il pubblico applaude questo.

Lโ€™immagine olografica diventerร  realtร  aumentata, immagini che non ci sono ma vediamo. Quindi la mia domanda รจ cosa e che vediamo veramente? Mi viene da dire che tutto quello che vediamo non corrisponde alla realtร . Se esiste una realtร  viene allora rielaborata e da li possiamo collegare lo studio della cinetica rivisitata. Semi sfere che in realtร  non ciรฒ sono, cerchi perfetti che quando muovo il mio sguardo dal fianco dellโ€™opera, non esistono.

Stesso fenomeno con lโ€™olografia, come mai quando cambio posizione vedo colori diversi? La luce lavora in base alla posizione e lโ€™opera si muove. Lo studio della cinetica e delle terre rare luminescenti e la luce pura, quindi trasparenze, ti convoglia la luce in modi particolari, attraverso le sfere in resina muove la luce e crea immagini diversi in base alla posizione. Tutto questo per me continua a confermare che tutto quello che vediamo non รจ corretto, รจ una nostra rielaborazione

Di conseguenza al suo discorso sulla luce voglio chiederle, se tutto quello che vediamo non รจ realtร , cโ€™รจ un collegamento al suo uso ripetitivo della sfera o mezza sfera? Questa forma concava o convessa riflette ovviamente la realtร  in modo differente da come noi la vediamo.

Beh, questa domanda รจ bellissima, ti sei giร  quasi risposta. Attraverso la sfera cambia lโ€™immagine. Leonardo Da Vinci per primo disse โ€œi nostri occhi sono sferici per cui noi vediamo le cose al contrario, io in questo momento ti vedo ribaltata e il mio cervello aggiusta la visione. รˆ proprio grazie alla forma sferica, che io trovo ovunque nello spazio. Io adoro la sfera perchรฉ non ha angoli. Vorrei citare una frase di Telesio, un filosofo del 1500 che diceva โ€œIl nostro pensiero รจ diretto dallโ€™armonia e proporzione.โ€.

Cosa esiste di piรน armonioso della sfera? รˆ senza inizio e fine, il nostro pianeta รจ una sfera, i nostri atomi sono sfere, le cellule sono cerchi, sfere. Questa forma, la forma in sostanza, la troviamo sempre nel nostro pianeta, รจ la forma perfetta. Io ne sono innamorato, ma credo si capisca e continuo a proporla perchรฉ non riesco a uscirne prima di tutto, ma ha un’attinenza precisa con la scienza. รˆ nel nostro dna. Ho giร  realizzato un’opera del DNA usando la sfera che perรฒ non si trova qui. Il DNA รจ composto da sfere, con segmenti che tagliano.

Per me la sfera entra perfettamente nella scienza, la scienza non puรฒ stare senza questa forma che ritroviamo sempre.

Ritornando invece al Bosone di Higgs, che รจ di ispirazione di questa intera mostra. รˆ successo ormai dieci anni fa, lei di quel momento cosa ricorda? E in che modo pensa che questa scoperta abbia influenzato la sua arte o la ricerca che viene prima della creazione delle sue opere?

Per me รจ stata una grande scoperta e come per tutti gli umani mi ha creato un poโ€™ di sconvolgimento. Quando si arriva alla particella di dio, dove potrร  arrivare lโ€™uomo?

Il mio primo pensiero รจ sempre che utilizzino queste conoscenze nella maniera buona e purtroppo non possiamo dire che sia sempre il caso. Queste scelte che hanno molto a che fare con il profitto al contrario di una progressione universale, a volte mi fanno paura.

Io la vorrei sempre interpretare in una maniera trascendente, se mi รจ concesso. Lasciarla anche lรฌ dove รจ. Una particella di Dio, intaccata dallโ€™uomo.

Il mio sconvolgimento sarebbe lโ€™uomo che arrivi a credersi dio, la scienza deve andare avanti ed รจ una parte fondamentale ma io la vedo da artista. Lโ€™opera si fa per essere venduta o perchรฉ si sente il bisogno di farla e comunicare qualcosa? Per me la seconda. Se รจ fatta per essere venduta, lโ€™opera non possiede piรน amore nรฉ passione ed รจ diventata un utilizzo, un profitto. Forse mi ha fatto un poโ€™ paura, sono sincero.

Io dico โ€œLasciate che fluisca tutto come รจ stato disegnato.โ€ E adesso e dopo?

Le mie opere sono partite prima perรฒ. Mi sono ritrovato in quelle immagini e ho riconosciuto di essere sulla strada giusta per averlo immaginato

Da quanti anni lavora su questo?

Un quarto di secolo tutto sulla resina, anche se i miei primi dipinti, quadri di olio su tela risalgono al 1986; avevo 13 anni: non compravo i giochi, compravo i colori ad olio e i pennelli. Mio padre non voleva. Ma a me piaceva disegnare.

Alla fine degli anni novanta รจ successo qualcosa, ho detto basta, non dipingo piรน. Per me non cโ€™รจ piรน nulla da disegnare. So che gli artisti si arrabbiamo.

Sono andato su un altra materia perchรฉ poi lโ€™arte cosa deve comunicare? Un linguaggio odierno. Possiamo continuare ad usare olio e tela? Con tutto il rispetto per chi ancora lavora con questi strumenti. Per me lโ€™arte di oggi bisogna adattarla ad un linguaggio moderno. La resina mi dร  quella possibilitร  su un altro livello. E quindi mi sono innamorato follemente allโ€™inizio degli anni novanta. Da quel momento tutte le mie opere sono state prodotte con lโ€™utilizzo della resina.

Questa รจ una lastra unica, un esperimento unico nel suo genere. Sono andato a togliere tutto, non cโ€™รจ piรน supporto, tavola, tela. Non c’รจ nulla. Una lastra totalmente in resina. A me piace moltissimo sperimentare, non bastano tre vite. Per quellโ€™opera lโ€™ho lasciato al sole. La resina รจ un prodotto che si muove e quindi nel processo di solidificazione subisce alte temperature e si รจ piegata, prendendo quella forma. Irripetibile perchรฉ non sarei piรน in grado di rifarla, un pezzo unico nel suo genere. Lโ€™intervento esterno e la resina in sรฉ non ti permettono un controllo totale della materia. Devi sempre trovare un compromesso. Non รจ possibile renderla docile totalmente. A quellโ€™opera in particolare ci sono molto affezionato.

INTERVISTA A VALERIO GRASSI

di Valentina Facchinetti

Prima di tutto vorrei iniziare con una domanda su come รจ nata questa collaborazione tra arte, scienza e, come dice il titolo, trascendenza.  Quindi tra lei e lโ€™artista Giuseppe Portella.

Allโ€™inizio io lโ€™artista non lo conoscevo. รˆ stata unโ€™idea dei curatori, unโ€™idea molto felice perchรฉ penso da sempre che il mondo dellโ€™arte e della scienza abbiano un grandissimo connubio. Molti artisti sono residenti a Ginevra e prendono ispirazione dallโ€™ambiente che li circonda e hanno dei mentori. Io stesso sono stato un mentore in questo caso per uno spettacolo di danza che seguiva le linee di ciรฒ che io studiavo.

Ho passato buona parte della mia vita nel rendere visibile quello che รจ invisibile, lโ€™arte figurativa come puoi capire รจ molto fruibile e genera emozioni immediate: mi piace ed รจ bella oppure non mi piace o la devo ancora capire. รˆ raro che lโ€™arte non lasci qualche reazione immediata

Quello che facciamo noi invece non puรฒ piacere o non piacere. รˆ una realtร  fisica che compone ognuno di noi, ma non cosรฌ relativamente fruibile. Bisogna trasformarla in un’immagine, c’รจ un connubio forte con queste opere.

Trascendenza perchรฉ non si puรฒ rimanere totalmente insensibili a concetti cosรฌ importanti. Di cosa siamo fatti? Come lโ€™universo si evolve? Viviamo in un mondo in cui ci รจ dato tutto; quello che tocchiamo esiste, รจ nostro. Le nostre vite sono molto brevi rispetto allโ€™intera storia del nostro mondo.

Percepire noi stessi che percepiamo, รจ un concetto molto importante, trascendente e bello. Le domande devono scaturire dalla meraviglia, nello stesso modo in cui guardi un’opera e ti fa scaturire delle emozioni (angoscia piuttosto che meraviglia) e ci portano a riflettere. Questa mostra per me รจ un bellissimo esperimento sociale.

Cosa intende con esperimento sociale?

Esperimento sociale perchรฉ quello che vedo, prendendo ad esempio le persone con cui ho parlato poco prima, loro sono venute a Vigevano per mangiare un gelato in piazza, poi hanno notato questa mostra, entrano e vogliono parlare con lโ€™artista e in realtร  trovano me, senza capire subito se sono quello delle foto al CERN. Alcune persone con cui ho parlato sono rimaste qui per piรน di un ora con domande che non pensavano nemmeno di avere dentro di loro. Questa mostra รจ stata per loro il pretesto per riuscire in quel tipo di ricerca interiore. In realtร  non ho pretesa che chiunque venga qui comprenda tutto perfettamente, non siamo allโ€™universitร .

รˆ piรน un’esperienza che si fa per piacere.

Quando stavamo guardando il video mi ha indicato il reattore e me lo ha descritto come un mandala, possiamo quindi dire che lei รจ stato immerso nella scienza, ovviamente, ma anche nellโ€™arte o comunque in una bellezza estetica e simmetrica.

La questione del mandala. Mi occupavo di fare le visite guidate quando ero al CERN e alla fine del tour cโ€™era una domanda che mi aspettavo sempre โ€œDieci miliardi di dollari, ma alla fine come possiamo usarlo?โ€ La risposta รจ tutta intorno a noi. Utilizziamo ora tecnologie che vengono sviluppate grazie alle conoscenze prese dal CERN. Ma cosa รจ? Noi lo abbiamo sviluppato come un mandala tibetano, che viene distrutto dopo anni, per ricordare la caducitร  delle cose terrene. La trascendenza รจ forte in questa similitudine.

Il Bosone di Higgs, come dico spesso, รจ di tutti, siamo tutti. รˆ Chiara, sono le mie figlie. In realtร  lo posso monetizzare? No, ma rimane uno strumento importante. Senza di esso non esistiamo. Quindi perchรฉ dobbiamo portarlo ad una dimensione terrena e pensare che senza un valore monetario non sia importante.

โ€œA cosa serve?โ€ Mi serve ad esistere, che non รจ poco.

L’acceleratore di particelle e il detector servono per guardare i componenti piรน intimi del nostro universo, la cosa bella รจ che รจ magnifico pensare come lโ€™uomo sia arrivato ad un livello tale da poter ricostruire una parte della creazione dellโ€™universo in laboratorio.

Sai da cosa sei composta tu? Cosรฌ, velocemente?

Non saprei, atomi?

Il due percento di te รจ stato creato direttamente dal Big Bang, il novantotto percento di te รจ stata creato facendo esplodere una supernova. Il tuo di dna รจ uno in tutta la storia dellโ€™universo. Quindi tu sei: parte del Big Bang, parte di una supernova, polvere di stella e unica ed irripetibile in tutta la storia dellโ€™universo.

Ognuno di noi รจ veramente importante, e non possiamo sprecare la nostra vita in carolate. ร‰ un poโ€™ brutto pensare che le nostre decisioni siano cosรฌ materialistiche. Noi abbiamo il dovere di partecipare pensando allo sviluppo della cultura generale, e quindi non puรฒ non essere un’esperienza trascendente. Si parla dellโ€™evoluzione del nostro sapere collettivo.

Il tramonto visto attraverso una fotografia appartiene a te tanto quanto al fotografo che lโ€™ha scattata. Cosรฌ la mia conoscenza appartiene a te tanto quanto a me. Il sapere deve essere qualcosa che appartiene a tutti. Al CERN, le informazioni e i lavori sono scaricabili gratuitamente da tutti dal web. Chiunque abbia bisogno di quelle informazioni puรฒ scaricarle in base al suo studio.

Anche perchรฉ come ho giร  detto il Bosone di Higgs siamo tutti noi, appartiene a tutti.

A dieci anni dalla scoperta, se ripensa a quel momento, a quella mattina, cosa prova e cosa le รจ rimasto impresso?

Allora, in realtร  non c’รจ stato un giorno in cui abbiamo scoperto questa cosa, nel senso che vedevamo un picco di energia che come una fotografia diventava sempre piรน nitida. Abbiamo poi deciso di fare una conferenza al CERN il 4 luglio, con tutti i big e sembrava fosse un concerto, talmente tanta la gente venuta da istituti di ricerca affiliati.

Io ho detto โ€œIo lรฌ non vadoโ€ e sono stato esattamente sopra il rivelatore. Perchรฉ stava ancora funzionando, c’รจ ancora molto da scoprire, ma sentivo di dover stare proprio lรฌ, proprio sopra il Bosone di Higgs.

Mi sentivo di avere questa capacitร  che quando mi trovavo lรฌ, sopra il rivelatore, potevo chiudere gli occhi e esattamente percepire la collisione delle particelle quando avvenivano 40 milioni di volte per secondo. Ero arrivato ad un punto di non solo conoscere i dati ma tramutarli in una percezione reale di quelle collisioni. Non sono matto, รจ un poโ€™ come quando gli atleti arrivano ad avere capacitร  insuperabili durante le gare dove danno il massimo di loro stessi. Tutti i loro emisferi del cervello operano in sintonia.

Immagino abbia aiutato anche lโ€™esperienza, dopo anni di lavoro.

Beh ovviamente.

Era un mondo fantastico, perรฒ era un poโ€™ come andare sulla luna. Come il secondo uomo che andรฒ sulla luna, descrisse lโ€™esperienza come una magnifica desolazione. Non cโ€™รจ nulla, รจ desolato e magnifico allo stesso tempo.

Io mi sono reso conto che quel mondo รจ assolutamente magnifico ma desolato, io sono andato lรฌ in vetta, che una buona parte del percorso, ma importante รจ anche saper tornare. Il rischio di non tornare tutti interi รจ alto.

Ho iniziato a pensare che mi mancasse qualcosa, in generale lโ€™esperienza richiede molto da te, รจ quasi impossibile pensare di avere una famiglia, รจ troppo complicato. Dentro di me sapevo di voler diventare anche un papร  e ho pensato che la mia vita potesse anche cambiare, quel mondo non รจ tutto dorato.

Ho portato con me molto di quello che ho trovato a Ginevra, il colore delle pareti del mio ufficio ora sono come quelli del CERN. Molte delle tecnologie della mia azienda sono state ricostruite basate su quelle del CERN per fare altre cose.

Una volta mi raccontava un mio amico, generale dellโ€™aeronautica, personaggio notevole, primo a selezionare donne tra cui Samanta Cristoforetti; lui mi diceva che per via dellโ€™etร  ha smesso di pilotare uno dei suoi aerei preferiti, della guerra fredda, impressionante da vedere; ma mi diceva che nessuno avrebbe potuto togliere dentro di lui le emozioni di volare.

C’รจ anche un altro fatto. Dopo che sono andato via dal CERN non รจ stata fatta nessunโ€™altra scoperta, se vogliono torno come porta fortuna.

รˆ un mondo bello ma da cui รจ bello anche tornare.

Io sono Cavaliere dellโ€™Ordine del Merito della Repubblica e forse molti altri saranno piรน bravi di me, non ne dubito, ma io ho questo titolo perchรฉ ho designato buona parte della mia carriera a raccontare queste cose ed esperienze affinchรฉ fossero disponibili a tutti.

รˆ un modo per dire ce lโ€™ho fatta anche io, avevo un sogno che ho perseguito e ho realizzato. Non dico quale sogno tu debba avere, รจ il tuo ma รจ importante credere in se stessi, in fondo siamo polvere di stelle e parte del Big Bang.

Lei ha lavorato al CERN durante gli anni della scoperta e per il suo lavoro รจ stato insignito di un riconoscimento di cavaliere dellโ€™ordine del merito, per quanto riguarda le opere che vediamo qui, tra la sua ricerca e il modo in cui lโ€™artista le ha rappresentate che riscontro vede?

La scoperta per me รจ stata conoscere questo artista ed รจ stato merito dei curatori che hanno fatto un ottimo lavoro dal punto di vista interdisciplinare. Secondo me lโ€™artista Giuseppe Portella ha un repertorio di opere in resina che sono davvero molto affini perchรฉ ricordano un mondo particellare non solo dal punto di vista geometrico ma anche guardandole come sfere che si creano a vicenda. Una sola di loro non avrebbe molto senso, ma sono una moltitudine con una disposizione ben precisa che compone un disegno. Trovo un connubio molto forte.

Questa mostra vogliamo portarla anche in altre cittร . Molto probabilmente a Siena con cui ho un legame molto forte e nella bergamasca a Bergamo Scienza, quindi sarรฒ presente il piรน possibile.

Secondo me รจ importante capire come le persone reagiscono e interagiscono, anche perchรฉ c’รจ questo concetto che circonda lโ€™accademia e la scienza che la fa sembrare distante dalla gente. In realtร  appartiene a tutti, ma deve esserci un lavoro dietro di creare un linguaggio comune.

IL BOSONE DI HIGGS. Tra arte, scienza e trascendenza

Le rappresentazioni iconografiche del Bosone di Higgs, illustrato da piรน punti di vista, trovano spesso corrispondenze con altre immagini in uso nei linguaggi figurativi provenienti da tradizioni religiose e di indirizzo spirituale. Il design dellโ€™acceleratore LHC, in uso al CERN di Ginevra ha in alcune sue viste, similitudini impressionante con quelle dei disegni concentrici dei Mandala. 

Queste particolari forme di rappresentazioni sacre sono costruite a partire da un impianto diagrammatico geometrico di provenienza tibetana. Sono utilizzate nelle culture religiose e spirituali di provenienza asiatica per offrire ai devoti elementi di meditazione e suggestioni idonee al raggiungimento di una dimensione dellโ€™ Essere trascendente dalla materia e dallโ€™ambiente che lo circonda. 

Attraverso il raccoglimento interiore il praticante potrร  sperimentare forme di spiritualitร  e di filosofia che ispirano comportamenti e atteggiamenti interiori equilibrati e di accettazione nei confronti delle esperienze della vita.

Il Mandala รจ costituito da un disco di forma rotonda organizzato attorno a un punto centrale attorno al quale ruotano una serie di disegni simmetrici colorati a rappresentare lโ€™ordine del micro e del macro cosmo. Il Mandala รจ un luogo-logo simbolico, geometrico, attivatore di connessioni e di relazioni rappresentative verso un mondo di misteri in cui abitano le divinitร .

La rivelazione dellโ€™esistenza del Bosone di Higgs, conosciuto anche come la โ€œParticella di Dioโ€, o la โ€Particella maledettaโ€, venne confermata al pubblico dal CERN di Ginevra il 4 luglio del 2012. Da quasi mezzo secolo gli scienziati hanno indagato sulla presenza nel mondo sottonucleare di una particella il cui compito รจ di conferire massa a tutte le altre particelle e che consentisse loro di apparire come entitร  materiali e quindi di manifestarsi visivamente. Il suo nome รจ un tributo a Peter Higgs, fisico britannico e Premio Nobel per la fisica nel 2013, che giร  nel 1964 aveva teorizzato la sua esistenza. La scoperta di questa nuova particella elementare completa un altro tassello della teoria fisica e del Modello Standard.

A dieci anni dalla scoperta del Bosone di Higgs, la Strada Sotterranea Nuovissima del Castello Visconteo Sforzesco di Vigevano ospita la mostra โ€œIl Bosone di Higgs, tra arte, scienza, trascendenzaโ€. 

รˆ un evento particolare che integra alla visione scientifica quella artistica, rilevando come da punti di vista diversi รจ possibile allargare il campo delle conoscenze umane sul piano della filosofia, della trascendenza e della capacitร  di riformulare la progettazione e la gestione di molti aspetti delle attivitร  sociali. 

I protagonisti in mostra con le loro documentazioni e le loro opere sono: Giuseppe Portella, artista da sempre interessato alle relazioni tra arte e scienza; Valerio Grassi, uno scienziato in forza al CERN negli anni della scoperta del Bosone di Higgs e per questo insignito del prestigioso riconoscimento di Cavaliere dellโ€™Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Saranno esposte delle parti del calorimetro del detector Atlas del Cern provenienti dalla Sezione di Milano dellโ€™Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

La mostra รจ affiancata da conferenze, proiezioni audio-video ed eventi performativi che si terranno durante tutto il periodo espositivo.

Fortunato Dโ€™Amico


Il BOSONE DI HIGGS, TRA ARTE, SCIENZA e TRASCENDENZA

Giuseppe Portella – Valerio Grassi

a cura di Fortunato Dโ€™Amico e Chiara Crosti

Strada Sotterranea Nuovissima del Castello Visconteo Sforzesco di Vigevano

Via XX Settembre, Vigevano (Pv)

dal 3 al  30 LUGLIO 2022

Orari di apertura: sabato e domenica dalle ore 10.30 alle ore 12.30-16.30 alle ore 19.00

INGRESSO LIBERO

VERNISSAGE

3 luglio 2022 ore 17.00

CONFERENZA per il 10ยฐ anniversario della scoperta del Bosone di Higgs

4 luglio 2022 ore 21.15

con Valerio Grassi e Fortunato Dโ€™Amico

Un evento organizzato da Pensare Globalmente Agire Localmente | Sopramaresotto

in collaborazione con

Rete Cultura e Wetown e AVDA Associazione Vigevanese Divulgazione Astronomica

Patrocinio del Comune di Vigevano

Con il contributo di Atlas advanced technologies s.r.l.

Si ringrazia:

Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – Sezione di Milano

CERN

Per informazioni: worldglocal@gmail.com

CALEIDOSCOPIO | Suono Luce Tempoย 

Genova BeDesign Week 2022ย  | CALEIDOSCOPIO

a cura di Fortunato Dโ€™Amico e Chiara Ferella Falda

3 architetti in dialogo con 14 artisti contemporanei Massimo Facchinetti, Enrico Frigerio, Massimo Roj con Maria Cristina Carlini, Max Casacci, Mario De Leo, Flavio Di Renzo, Pina Inferrera, Flavio Lucchini, Max Marra, Ercole Pignatelli, Pier Paolo Pitacco, Alfredo Rapetti Mogol, Giangiacomo Rocco di Torrepadula, Giovanni Ronzoni, Michele Sangineto, Giorgio Scianca.

Santa Maria di Castello Salita di Santa Maria di Castello, 15 – Genova

โ€œCALEIDOSCOPIO | Suono Luce Tempoโ€ รจ una mostra e serie di incontri interdisciplinari e multiculturali che si terranno dal 18 al 22 maggio 2022, allโ€™interno degli spazi del convento di Santa Maria di Castello, durante le giornate di Genova BeDesign Week. Sono stati invitati a portare il loro contributo architetti, designer, artisti, musicisti, che da punti di vista differenti convergeranno le loro proposte e suggestioni, su alcuni tra piรน interessanti elementi progettuali su cui si fonda la percezione dellโ€™ambiente reale: il suono, la luce e il tempo. Elementi che concorrono a determinare la condizione qualitativa dello spazio abitativo nella quale fluttuiamo quotidianamente. La mostra CALEIDOSCOPIO รจ promossa da DIDE (Distretto del Design di Genova) e si inserisce nel palinsesto della nuova edizione della design week che questโ€™anno si rinnova e si differenzia ancora di piรน da tutte le altre manifestazioni analoghe, aggiungendo un elemento di indiscussa eccellenza, il design nautico. Rimane invece invariata e anzi valorizzata la mission che da sempre anima la manifestazione, la rigenerazione concreta e visibile del territorio e la valorizzazione e diffusione della cultura del design. Il distretto del design questโ€™anno si amplia coinvolgendo altre zone della cittร , a cominciare dal quartiere del Molo.

Nello spettacolare scenario della chiesa di Santa Maria di Castello e annesso convento, datati XII secolo, prende vita la mostra CALEIDOSCOPIO curata da Fortunato Dโ€™Amico e Chiara Ferella Falda, in un momento particolare dellโ€™attuale crisi globale, in cui le discipline del progetto e della creativitร  sono chiamate a correggere gli errori disegnati dalle prospettive consumistiche e a dare risposte in un periodo difficile ed estremamente complesso della storia dellโ€™umanitร . La visione caleidoscopica, intesa in campo medico, รจ il sintomo di unโ€™alterazione della vista causato da unโ€™emicrania visiva che influenza lโ€™udito e lโ€™olfatto. Da unโ€™angolazione completamente diversa, quella proposta dal caleidoscopio, รจ invece un punto di vista che assume connotati positivi per la peculiare caratteristica dello strumento di specchiare otticamente oggetti messi alla rinfusa allโ€™interno di un tubo a forma di cannocchiale e di riorganizzarli sotto un aspetto ordinato ed esteticamente piacevole. La metafora del caleidoscopio consente di approcciare, con una chiave di lettura straordinariamente efficace, i problemi che oggi devono affrontare le principali discipline della creativitร  tecnico, scientifica, come lโ€™architettura e il design. A loro spetta il compito di redigere i progetti degli oggetti che andranno a formare lโ€™insieme dellโ€™habitat artificiale in cui sono immerse le nostre vite e a ridisegnare gli scenari futuri.

Lโ€™Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con i suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, aiuterร  il pubblico a orientarsi nella lettura delle opere esposte e servirร  da guida per tutti coloro che la utilizzeranno per comprendere i contesti nei quali รจ necessario intervenire urgentemente e adottare comportamenti idonei a raggiungere la sostenibilitร  economica, sociale e ambientale entro il 2030. Lโ€™approccio suggerito dallโ€™agenda รจ interdisciplinare e multiculturale, stimola un confronto e un dialogo tra i professionisti in antitesi con lโ€™approccio multi-specialistico che ha creato barriere spesso invalicabili. Eโ€™ necessario aprire un dibattito costante tra creativi e professionisti, il matematico deve dialogare con l’artista, lโ€™architetto con lโ€™ingegnere, il musicista con il manager, le istituzioni tra di loro. La sostenibilitร  non riguarda solo lโ€™ambiente ma lโ€™urgenza di dare a tutti la possibilitร  di vivere in un mondo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, economico. Un profondo cambiamento che riguarda le imprese, i Governi, le Amministrazioni, lโ€™opinione pubblica, e ovviamente la cultura.

CALEIDOSCOPIO agiterร  riflessioni sulla questione del Suono e dei paesaggio sonori, sempre piรน artificiali e meno naturali, ed esaminerร  la luce come fenomeno cromatico, anche nei suoi risvolti psicologici e simbolici, cosรฌ come in quelli del suo utilizzo nei moduli fotovoltaici, che sfruttano l’energia solare per produrre energia elettrica. Luce per comprendere le ombre delle meridiane e lo scorrere delle ore del Tempo diurno ma anche di quello musicale. E alla velocitร  della luce il nostro mondo sta mutando, proiettando il futuro in una dimensione inaspettata e fantascientifica dellโ€™esistenza. Chi avrebbe mai detto, solo qualche anno fa che improvvisamente il frenetico pianeta Terra, antropizzato dalla globalizzazione, si sarebbe bloccato allโ€™unisono, imponendo una brusca frenata di tutte le attivitร  economiche, sociali, culturali, costringendo tutti noi ad un rapido ripensamento e riadattamento delle abitudini e dellโ€™abitare il pianeta?

Sono protagonisti di CALEIDOSCOPIO | Suono Luce Tempo: gli architetti Massimo Facchinetti, Enrico Frigerio, Massimo Roj in dialogo con gli artisti Maria Cristina Carlini, Max Casacci, Mario De Leo, Flavio Di Renzo, Pina Inferrera, Flavio Lucchini, Max Marra, Ercole Pignatelli, Pier Paolo Pitacco, Alfredo Rapetti Mogol, Giangiacomo Rocco di Torrepadula, Giovanni Ronzoni, Michele Sangineto, Giorgio Scianca.

Un evento di Sopramaresotto e Associazione Pensare Globalmente Agire Localmente.

Con il Patrocinio di: ADI – Associazione per il design industriale, ALA – Assoarchitetti, Dedalo Minosse – Premio internazionale alla committenza di architettura, DiDe. Main Sponsor: ItalMesh Media Partner: ARCA International Sponsor tecnici: SlashFolder, Studio Ronzoni

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Fortunato Dโ€™Amico fortunatodamico@sopramaresotto.it

Chiara Ferella Falda chiara@chiaraferellafalda.comย