Agenda 2030 e Obiettivo Numero 4 โ Istruzione di Qualitร : abbiamo avuto modo di affrontare il tema in articoli precedenti e raccontare alcune delle iniziative intraprese da WorldGlocal al riguardo.
Oggi, ci focalizziamo su un target in particolare, altrettanto importante, il 4.7:
โEntro il 2030, assicurarsi che tutti gli studenti acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso, tra lโaltro, lโeducazione per lo sviluppo sostenibile e stili di vita sostenibili, i diritti umani, lโuguaglianza di genere, la promozione di una cultura di pace e di non violenza, la cittadinanza globale e la valorizzazione della diversitร culturale e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibileโ
Quali sono queste โconoscenze e competenze necessarieโ che รจ importante acquisire?
Una cornice immediata che fornisce un orientamento in tal senso รจ quella proposta dal Joint Research Centre, definita GreenComp โ The European Sustainability Competence Framework.
Fonte: Joint Research Centre, GreenComp โ The European Sustainability Competence Framework.
ร articolata in 12 competenze chiave, da coltivare per promuovere lo sviluppo sostenibile, a partire dallโinfanzia; le stesse sono suddivise in quattro aree tematiche, tra loro interrelate, in una trama interdisciplinare, dove il pensiero sistemico e lโalfabetizzazione al futuro, assumono valore, se interconnesse ai valori di sostenibilitร . E dove la capacitร di agire diventa determinante a completare il quadro complessivo.
Come metterle in pratica ?
Il materiale per approfondire questi concetti e per ispirarsi a proposte di realizzazione pratica, รจ disponibile per la comunitร educante, attraverso diverse fonti istituzionali e grazie a diversi enti e gruppi di lavoro preposti; a titolo di esempio, il Manuale per lโEducazione allo Sviluppo Sostenibile dellโUnesco, il Quaderno dedicato da ASVIS lo scorso ottobre (Target 4.7. Educazione allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale),o il materiale accessibile dal portale del MIUR.
Siamo consapevoli tuttavia, come ci ricorda lโObiettivo 17 dellโAgenda 2030, dellโimportanza di creare delle reti di interazione reciproca e azione condivisa, per arrivare a realizzare concretamente traguardi predefiniti e cambiamenti durevoli, piuttosto che apprendere e agire individualmente nel proprio ambito quotidiano.
A questo proposito, abbiamo avuto modo di conoscere un esempio di iniziativa che propone un programma formativo completo in tal senso: la Scuola della Felicitร , nata a Ottobre 2020, dallโilluminazione e per opera di due docenti, unitesi in seguito nellโAssociazione Educazione Creativa, che hanno messo a punto un ciclo di incontri a tema, reiterato attraverso successive edizioni e rivolto, principalmente, a tutti i docenti di ogni ordine di scuola, di tutte le regioni italiane.
Come richiama il titolo stesso, lโobiettivo ultimo del programma รจ la felicitร , intesa come realizzazione dellโindividuo e, insieme, la contribuzione al benessere della societร .
Il โsottotitoloโ รจ: Competenze sulla Pedagogia e Creazione di Valore, a indicare il punto di partenza, ispirato al pensiero dellโeducatore T. Makiguchi, vissuto negli anni โ30, nel quale si ritrovano gli stessi princรฌpi relativi alle attuali teorie di apprendimento per uno sviluppo sostenibile e connessioni con altri educatori contemporanei Dewey, Montessori e Makarenko.
Citando Makiguchi:
ยซQual รจ dunque lo scopo dellโeducazione nazionale? Piuttosto che individuare complesse interpretazioni teoriche, sarebbe meglio iniziare osservando il bambino che vi siede sulle ginocchia e chiedersi: come posso far sรฌ che questo bambino conduca una vita veramente felice?ยป
Ed ecco cosรฌ, oltre ai princรฌpi di cui sopra, nella Scuola della Felicitร , sivanno poi a toccare di volta in volta temi di varia natura, ma tutti incentrati su unโeducazione di qualitร , o meglio sulla qualitร dellโeducazione, con il suo ruolo crucialenel promuovere valori e atteggiamenti di cittadinanza responsabile e mirati a coltivare uno sviluppo creativo ed emotivo.
Educazione finalizzata sรฌ alla felicitร di bambini e ragazzi, ma che non puรฒ prescindere dallโattraversare quella degli adulti di riferimento: dallโAgenda 2030 e Carta della Terra, lโEmpatia corporea, la psicologia quantistica, alla pace e la cittadinanza globale; i partecipanti, attraverso questo percorso, sono stimolati allโautoriflessione e alla co-creazione di proposte di fattibilitร e laboratori concreti, grazie agli interventi di diversi professionisti, coordinati con un approccio maieutico e multidisciplinare, in unโottica trasformativa e generativa.
Si tratta di una proposta innovativa e accessibile a tutti.
Innovativa, perchรจ si rivolge alla scuola stessa e prepara il terreno per unโ educazione โtrasformativaโ, mettendo i partecipanti in condizione di diventare essi stessi agenti di cambiamento nei loro ambiti di azione quotidiani.
Accessibile a tutti, perchรจ aperta, oltre che al personale scolastico, anche ad altre figure educative come i genitori o operanti in ambito sociale; un vero e proprio, programma di educazione non formale grazie al quale si possono sviluppare le competenze trasversali sia allโinterno che al di fuori del contesto dโistruzione formale, attraverso un approccio olistico e partecipativo. ร inoltre gratuito e comodamente accessibile su piattaforma interattiva.
Senza lasciare nessuno indietro, in risonanza con i princรฌpi di sostenibilitร .
Nel tempo, attraverso le diverse edizioni e grazie a diversi partecipanti, รจ nata una vera e propria comunitร di pratica, a cui ciascuno puรฒ attingere per un confronto collettivo e per poi sviluppare attivitร laboratoriali e multidisciplinari nel proprio ambito educativo. Andando cosรฌ a facilitare quella rigenerazione nelle conoscenze e nei comportamenti che diventa oggi indispensabile per stare al passo con i tempi e intraprendere azioni orientate verso la direzione che va a beneficio dei singoli e della collettivitร .
Considerati i valori condivisi di creazione di valore, competizione umanitaria e attenzione alla comunitร locale e la forte connessione degli stessi con lโapproccio di WorldGlocal, insieme a Chiara Crosti, abbiamo accolto con gioia la proposta di condividere nellโambito del programma della Scuola della Felicitร la nostra testimonianza come militanti nel favorire la conoscenza e intraprendere azioni condivise in linea con gli stessi temi, nelle nostra comunitร e nellโambito lavorativo. Nel nostro intervento, dal titolo โSostenibilitร e Condivisione โ un punto di vista internazionaleโ raccontiamo, come, attingendo alla rete di risorse di WorldGlocal, siano riuscite a dare vita nel tempo, ciascuna nel proprio ambiente di appartenenza, a progetti in ambito per lo piรน educativo, rivolti ai bambini e agli adulti.
La prossima edizione della Scuola della Felicitร avrร luogo a Gennaio 2023, con possibilitร di iscriversi fino a metร dicembre 2022.
Per chi fosse interessato ad avere piรน dettagli e consultare il programma, lasciamo i contatti qui:
MyOwnGallery di SuperstudioPiรน, in via Tortona a Milano ospita dal 17 al 27 novembre 2022, con la curatela di Fortunato DโAmico, la prima personale milanese di Aldo Pallanza, dal titolo โAl femminileโ.
Cercasi Principe Azzurro. Dopo aver calzato una scarpetta, perfettamente adatta a modellare il suo grazioso piedino, la giovane, ragazza quotidianamente impegnata a lavorare come donna delle pulizie nella casa della matrigna e delle sorellastre, venne scelta dal Principe Azzurro in qualitร di sua consorte e futura Regina del regno. Cenerentola รจ certamente la favola che meglio esprime la particolare valenza che questo accessorio del vestiario assume nella cultura femminile sul piano simbolico e su quello psicologico di chi la indossa. Certamente Aldo Pallanza conosceva cosรฌ bene lโuniverso femminile al punto tale da diventare uno dei piรน richiesti e affermati designer della calzatura rivolta alle donne. Aldo Pallanza avrebbe compiuto 100 anni nel 2022. Rivedendo e rileggendo criticamente i modelli di scarpe femminili da lui progettati nel corso della lunga carriera di modellista, i primi realizzati da giovanissimo intorno alla metร degli anni trenta del secolo scorso, si rimane meravigliati dallโattualitร con cui questi oggetti, si presentano ancora oggi agli occhi di noi contemporanei. Cosa sarebbe la moda senza designer geniali, come si usa adesso per definire i modellisti di una volta, capaci di elaborare soluzioni empatiche al sentire delle donne del proprio tempo? Aldo Pallanza non era solo un disegnatore di stile ma un tecnico completo, chiamato a sviluppare il progetto di industrializzazione del prodotto in tutta la sua filiera, anche quella di programmatore dei macchinari e delle attivitร lavorative. Insomma, era un vero designer a disposizione dellโindustria dellโabbigliamento femminile con il compito di trasformare la scarpa in un accessorio prezioso e fondamentale nello stile di una donna. Il potere attrattivo delle scarpe รจ fortemente evidente, anche in altre opere di artisti contemporanei come Vanessa Beecroft che fotografa e performa con modelle nude o vestite di pochi ornamenti tra cui quasi sempre sono protagoniste. Aldo Pallanza, quando progetta i sui capolavori, sa che ogni donna vuole sentirsi unica, diversa dalle altre, sensuale, intelligente. Le sue scarpe, prodotte da diverse aziende nazionali e internazionali, sono state vendute in milioni di esemplari in tutto il mondo, hanno certamente influenzato la cultura, le posture, lโimmaginario femminile per diversi decenni. Un inventore di moda che ha lasciato unโimpronta estetica influenzando gli stili di vita e i prodotti di altri settori produttivi, dai tessuti, alle tappezzerie, ad altri capi di abbigliamento. La sua creativitร era sempre ispirata, al punto da inventare, oltre ai modelli di calzatura, tessuti e simil-pellami utilizzati per il loro ornamento, elaborati in modo originale, ottenuti da unโattenta e particolare lavorazione dei materiali. La conoscenza tecnica acquisita nellโesercizio dellโattivitร professionale si riverserร in quella di artista, completamente connesso con lโuniverso femminile da cui estrapola lโanima del sentire e dellโemozione. Lโintenzione pittorica trasborda spesso dalla tela per diventare scultorea o elemento tattile in cui il disegno, oggetto di trattamenti particolari, emerge in rilievo, in funzione dei supporti utilizzati, quasi mai ortodossi rispetto a quelli in uso nella pittura tradizionale. Figurativismo e astrattismo sono sempre presenti nelle sue opere e anche la funzione decorativa dellโimmagine trova gli equilibri armonici da cui attingere gli elementi di un linguaggio rivolto alla donna. Le sue figure femminili sono, al passo con i cambiamenti culturali in atto nel mondo contemporaneo, sensibili ad una lettura sulla condizione della donna e del suo ruolo nella societร moderna, periodicamente segnalata lungo il percorso che negli anni accompagna lโevoluzione politica e giuridica dei popoli. Cosรฌ nelle sue rappresentazioni, i corpi, le posture e le facce dei soggetti raffigurati portano i segni della diversitร culturale e dei fattori geografici di appartenenza. Una emancipazione femminile lenta e quasi sempre silenziosa che ha reso possibile in questi ultimi decenni la nascita di una nuova consapevolezza, sia maschile che femminile, che ha portato alcune radicali trasformazioni. Potrร sembrare strano, ma รจ realistico affermare, come hanno scritto eminenti antropologi e sociologi, che a queste dinamiche di riforma hanno contribuito tante componenti, tra cui anche quelle rivendicazioni agitate dallโuniverso che gravita intorno al sistema della moda. Dobbiamo cosรฌ riconoscere anche ad Aldo Pallanza il merito di avere portato il suo piccolo contributo al progresso culturale di cui tutti stiamo testimoni.
โNoi architetti abbiamo unโoccasione unica per proporre idee ambiziose e creative che ci aiutino a immaginare un piรน equo e ottimistico futuro in comuneโ.
Lesley Lokko curatrice della Biennale Architettura 2023
Ne discuteremo con:
Arch. Giacomo Bassmaji, Art director Cairepro
Dott. Giovanni Umberto De Vito, Ambasciatore Italiano in Senegal
Arch. Nello Tafuro, Presidente Cairepro
Prof. Mario Zamponi, Dipartimento di Scienze politiche e sociali, Universitร di Bologna
Prof. Alfredo Ronchetta, giร Ordinario Politecnico di Torino
Prof. Romeo Farinella, Ordinario di Progettazione Urbanistica, Universitร di Ferrara
Dott. Alessio Salvadori Pannini, Cooperatore in Africa
Il convegno Laboratorio Africa organizzato da Cairepro in occasione dei 75 anni di storia della Cooperativa Architetti e Ingegneri di Progettazionesi svolgerร venerdรฌ 28 ottobre alle ore 17:30. I Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia ospiteranno lโevento dedicato al continente africano: unโanalisi storica, antropologica, urbanistica e architettonica; interverranno sul tema accademici, professionisti, imprenditori, cooperatori e amministratori pubblici.
Interverranno diversi ospiti illustri tra cui: l’Ambasciatore dโItalia in Senegal, Dott. Giovanni Umberto De Vito, che farร un saluto istituzionale; Mario Zamponi Docente del Dipartimento di Scienze politiche e sociali dellโUniversitร di Bologna che introdurrร il tema dal punto di vista storico sociale; Romeo Farinella, Professore Ordinario di Progettazione Urbanistica dellโUniversitร di Ferrara, che ha sviluppato diversi progetti in collaborazione con la Facoltร di San Luis de Senegal; Alfredo Ronchetta, Senior Professor del Politecnico di Torino che ci parlerร , tre le cose, delle abitazioni tradizionali swahili.
Alessio Salvadori Pannini, Direttore di ENABEL Costa DโAvorio, oltre a Nello Tafuro, Presidente Cairepro, Antonio Armaroli, Vice Presidente Cairepro e Giacomo Bassmaji, art director e architetto. La conferenza sarร moderata da Fortunato D’Amico, architetto e curatore indipendente.
Il Presidente Nello Tafuro dichiara: โCairepro รจ attiva da 75 anni nel campo della progettazione di architettura e di ingegneria su tutto il territorio nazionale. Dopo diversi tentativi di operare oltre confine, abbiamo trovato in Senegal un territorio fertile e favorevole e una committenza attenta e collaborativa. La nostra attivitร in Africa ci vede protagonisti in Senegal e Gambia da circa cinque anni. Con Laboratorio Africa vogliamo ribadire la nostra visione di internazionalizzazione e approfondire le tematiche sul territorio che ci ospita grazie ai contributi che porteranno i nostri ospiti. Lโiniziativa sarร lโoccasione per parlare dei progetti attivi e dello sviluppo futuro di Cairepro in Africaโ.
La serata si concluderร con un aperitivo a buffet offerto a tutti gli ospiti che saranno presenti, un momento conviviale per incontrarsi e condividere le esperienze legate al continente africano e la sua storia. Per gli architetti presenti sono riconosciuti due crediti formativi.
Evento promosso da Cairepro con il patrocinio di Universitร di Ferrara | Dipartimento di Architettura, ALA Assoarchitetti, Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Reggio Emilia, Ordine degli Ingegneri di Reggio Emilia, Fondazione E35, Legacoop Emilia Ovest, Pensare Globalmente Agire Localmente.
Il 4 Luglio 2012 venne confermata al pubblico la cosiddetta โParticella di Dioโ dal CERN di Ginevra, il suo compito รจ quello di conferire massa a tutte le altre particelle: lโorigine della materia. Fu inizialmente teorizzata da Peter Higgs dal quale prende il nome e la sua scoperta fu un traguardo straordinario. A dieci anni da quel giorni, la Strada Sotterranea al Castello Sforzesco di Vigevano ci invita ad unire la lettura scientifica di quel momento a quella artistica: โIl Bosone di Higgs, tra Arte, Scienza e Trascendenzaโ
Grazie a Valerio Grassi, uno scienziato di forza al CERN negli anni della scoperta e Cavaliere DellโOrdine Del Merito Della Repubblica Italiana, e Giuseppe Portella, artista della resina da sempre ispirato dal tema della scienza e dello spazio, ci viene presentata una mostra a cura di Fortunato DโAmico e Chiara Crosti, dove ogni opera dโarte trova una sua applicazione nel mondo e spazio della fisica.
Cerchi concentrici e sfere che ingannano lโocchio danno la possibilitร al visitatore di lasciarsi trasportare in mondi che vanno al di lร del corpo umano fino a raggiungere la dimensione della โParticella di Dioโ.
Come dice lโartista Giuseppe Portella, indagare su questi fenomeni si puรฒ fare in molte forme: se il compito dello scienziato e della fisica รจ di studiare e trovare una veritร oggettiva, lโarte lascia piรน spazio ad una dimensione umana e ad una sua applicazione interiore.
Trascendenza รจ quello che accomuna le due. Materia e spirito. โSiamo polvere di stelle e parte del Big Bangโ ripete spesso Valerio Grassi ed รจ interessante notare come nei quadri si rispecchia questa unicitร e dimensione che va oltre il nostro mondo e ricorda quello particellare.
La mostra si pone come punto di incontro tra le due discipline, โquasi come un esperimento socialeโ come menzionato dallo scienziato, dove lo spettatore รจ portato ad unโindagine interna quando confrontato con la piccolezza e l’immensitร di quello che ci compone.
Grazie alla mostra possiamo anche conoscere la biografia di queste due personalitร che si occupano di argomenti molto lontani lโuno dallโaltra ma che riescono a trovare un punto che le accomuna nella โParticella di Dioโ.
INTERVISTA A GIUSEPPE PORTELLA
di Valentina Facchinetti
Come รจ nata questa collaborazione tra arte e scienza, e come vede questa trascendenza nellโunione tra le due?
A mio parere, scienza e arte non si possono dividere. La scienza deve dare delle risposte di tipo formale e matematico, ma non puรฒ dare tutto. Non puรฒ dare ciรฒ che invece lโarte puรฒ fare. Tuttavia le due cose viaggiano sullo stesso binario.
ร un’indagine; unโindagine di cose che non conosciamo. La scienza รจ chiamata ad approfondire tutto questo e anche lโarte deve fare la sua parte. Deve dare una visione assolutamente immaginifica, filosofica. Senza lโimmaginazione, nรฉ lo scienziato nรฉ l’artista arriverebbero a dare una risposta.
Perรฒ queste due risposte possono anche essere coincidenti, perchรฉ quando nelle mie opere cerco di realizzare gli atomi, li immagino in senso figurativo. Invece di avere un paesaggio classico vedo un paesaggio spaziale, vedo come siamo dentro; quindi devo immaginarmi gli atomi in un certo modo: che vibrano, che si rincorrono, si uniscono.
E poi vado a vedere un riscontro nelle immagini scientifiche, anche se inizialmente le ho immaginate nella mia testa.
A me la scienza piace perchรฉ dร delle risposte che puntano a trovare la veritร e trattano fenomeni interessantissimi che non possono non affascinare lโartista. Lโarte รจ chiamata ad occuparsi non solo della bellezza ma tutto di quello che ci circonda e piรน dello spazio cosa cโรจ? Noi alla fine cosa siamo? E mi riferisco alla trascendenza, siamo spirito e materia.
Quello che la scienza forse non puรฒ andare ad indagare รจ forse la spiritualitร , ma รจ importante. Noi siamo su due linee, linea verticale, spirito, linea orizzontale, materia. Queste due unioni non possono sovrapporsi.
Io cerco di giocare con le forme sferiche, le mie opere sono molto dedicate allo spazio e alla scienza. Per me non cโรจ piรน niente da dipingere: con la fotografia e il digitale che senso ha, a mio parere, dipingere un viso o una persona nel suo aspetto esteriore. A me interessa quello interiore, che รจ quello spaziale, spirituale. Che รจ quello che ribadiva Valerio, in una citazione che a me piace molto โNoi siamo figli delle stelleโ. Abbiamo dentro la polvere di stelle e qualcuno deve pur raffigurarla.
Una signora mi ha detto โma รจ un arte strana, non lโho mai vista โ, io mi sono permesso di dire โรจ una arte figurativa dello spazioโ; perchรฉ per me รจ importante andare a saldare questo ciclo, per questo metto le sfere. Il non inizio e la non fine. Che cosa รจ il nostro transito terrestre? La non morte e la non nascita, un continuo trasformarsi cosรฌ come la materia รจ in continua trasformazione. Il nostro รจ solo un passaggio che ci porta ad un altro tipo di materia o alla non materia, quello che studiano loro, i fisici, lโantimateria.
Io ho concentrato tutto il mio lavoro negli ultimi 15 anni sullo studio della luce,sono partito dalle terre rare luminescenti; ho avuto la fortuna di testare, per primo in Italia, questo fenomeno. Sono terre che si nutrono di luce sia artificiale che naturale e la rimettono in perpetua al buio. Questo ti insegna che il buio non esiste, quindi quando si parla di buio nello spazio รจ in realtร il limite dei nostri occhi, quello che non siamo in grado di vedere. Da lรฌ รจ nata lโesigenza di approfondire con lโutilizzo delle tecnologie cinematografiche sottili, le carte olografiche, che riflettono la luce ed ho tolto il colore.
Lo studio del ciclo lo lux racchiude la luce e lโolografia.
Noi stiamo andando verso lโolografia, tutto quello che vediamo รจ falso.
Ci sono cantanti che salgono sul palco proiettando solo la loro immagine ed il pubblico applaude questo.
Lโimmagine olografica diventerร realtร aumentata, immagini che non ci sono ma vediamo. Quindi la mia domanda รจ cosa e che vediamo veramente? Mi viene da dire che tutto quello che vediamo non corrisponde alla realtร . Se esiste una realtร viene allora rielaborata e da li possiamo collegare lo studio della cinetica rivisitata. Semi sfere che in realtร non ciรฒ sono, cerchi perfetti che quando muovo il mio sguardo dal fianco dellโopera, non esistono.
Stesso fenomeno con lโolografia, come mai quando cambio posizione vedo colori diversi? La luce lavora in base alla posizione e lโopera si muove. Lo studio della cinetica e delle terre rare luminescenti e la luce pura, quindi trasparenze, ti convoglia la luce in modi particolari, attraverso le sfere in resina muove la luce e crea immagini diversi in base alla posizione. Tutto questo per me continua a confermare che tutto quello che vediamo non รจ corretto, รจ una nostra rielaborazione
Di conseguenza al suo discorso sulla luce voglio chiederle, se tutto quello che vediamo non รจ realtร , cโรจ un collegamento al suo uso ripetitivo della sfera o mezza sfera? Questa forma concava o convessa riflette ovviamente la realtร in modo differente da come noi la vediamo.
Beh, questa domanda รจ bellissima, ti sei giร quasi risposta. Attraverso la sfera cambia lโimmagine. Leonardo Da Vinci per primo disse โi nostri occhi sono sferici per cui noi vediamo le cose al contrario, io in questo momento ti vedo ribaltata e il mio cervello aggiusta la visione. ร proprio grazie alla forma sferica, che io trovo ovunque nello spazio. Io adoro la sfera perchรฉ non ha angoli. Vorrei citare una frase di Telesio, un filosofo del 1500 che diceva โIl nostro pensiero รจ diretto dallโarmonia e proporzione.โ.
Cosa esiste di piรน armonioso della sfera? ร senza inizio e fine, il nostro pianeta รจ una sfera, i nostri atomi sono sfere, le cellule sono cerchi, sfere. Questa forma, la forma in sostanza, la troviamo sempre nel nostro pianeta, รจ la forma perfetta. Io ne sono innamorato, ma credo si capisca e continuo a proporla perchรฉ non riesco a uscirne prima di tutto, ma ha un’attinenza precisa con la scienza. ร nel nostro dna. Ho giร realizzato un’opera del DNA usando la sfera che perรฒ non si trova qui. Il DNA รจ composto da sfere, con segmenti che tagliano.
Per me la sfera entra perfettamente nella scienza, la scienza non puรฒ stare senza questa forma che ritroviamo sempre.
Ritornando invece al Bosone di Higgs, che รจ di ispirazione di questa intera mostra. ร successo ormai dieci anni fa, lei di quel momento cosa ricorda? E in che modo pensa che questa scoperta abbia influenzato la sua arte o la ricerca che viene prima della creazione delle sue opere?
Per me รจ stata una grande scoperta e come per tutti gli umani mi ha creato un poโ di sconvolgimento. Quando si arriva alla particella di dio, dove potrร arrivare lโuomo?
Il mio primo pensiero รจ sempre che utilizzino queste conoscenze nella maniera buona e purtroppo non possiamo dire che sia sempre il caso. Queste scelte che hanno molto a che fare con il profitto al contrario di una progressione universale, a volte mi fanno paura.
Io la vorrei sempre interpretare in una maniera trascendente, se mi รจ concesso. Lasciarla anche lรฌ dove รจ. Una particella di Dio, intaccata dallโuomo.
Il mio sconvolgimento sarebbe lโuomo che arrivi a credersi dio, la scienza deve andare avanti ed รจ una parte fondamentale ma io la vedo da artista. Lโopera si fa per essere venduta o perchรฉ si sente il bisogno di farla e comunicare qualcosa? Per me la seconda. Se รจ fatta per essere venduta, lโopera non possiede piรน amore nรฉ passione ed รจ diventata un utilizzo, un profitto. Forse mi ha fatto un poโ paura, sono sincero.
Io dico โLasciate che fluisca tutto come รจ stato disegnato.โ E adesso e dopo?
Le mie opere sono partite prima perรฒ. Mi sono ritrovato in quelle immagini e ho riconosciuto di essere sulla strada giusta per averlo immaginato
Da quanti anni lavora su questo?
Un quarto di secolo tutto sulla resina, anche se i miei primi dipinti, quadri di olio su tela risalgono al 1986; avevo 13 anni: non compravo i giochi, compravo i colori ad olio e i pennelli. Mio padre non voleva. Ma a me piaceva disegnare.
Alla fine degli anni novanta รจ successo qualcosa, ho detto basta, non dipingo piรน. Per me non cโรจ piรน nulla da disegnare. So che gli artisti si arrabbiamo.
Sono andato su un altra materia perchรฉ poi lโarte cosa deve comunicare? Un linguaggio odierno. Possiamo continuare ad usare olio e tela? Con tutto il rispetto per chi ancora lavora con questi strumenti. Per me lโarte di oggi bisogna adattarla ad un linguaggio moderno. La resina mi dร quella possibilitร su un altro livello. E quindi mi sono innamorato follemente allโinizio degli anni novanta. Da quel momento tutte le mie opere sono state prodotte con lโutilizzo della resina.
Questa รจ una lastra unica, un esperimento unico nel suo genere. Sono andato a togliere tutto, non cโรจ piรน supporto, tavola, tela. Non c’รจ nulla. Una lastra totalmente in resina. A me piace moltissimo sperimentare, non bastano tre vite. Per quellโopera lโho lasciato al sole. La resina รจ un prodotto che si muove e quindi nel processo di solidificazione subisce alte temperature e si รจ piegata, prendendo quella forma. Irripetibile perchรฉ non sarei piรน in grado di rifarla, un pezzo unico nel suo genere. Lโintervento esterno e la resina in sรฉ non ti permettono un controllo totale della materia. Devi sempre trovare un compromesso. Non รจ possibile renderla docile totalmente. A quellโopera in particolare ci sono molto affezionato.
INTERVISTA A VALERIO GRASSI
di Valentina Facchinetti
Prima di tutto vorrei iniziare con una domanda su come รจ nata questa collaborazione tra arte, scienza e, come dice il titolo, trascendenza. Quindi tra lei e lโartista Giuseppe Portella.
Allโinizio io lโartista non lo conoscevo. ร stata unโidea dei curatori, unโidea molto felice perchรฉ penso da sempre che il mondo dellโarte e della scienza abbiano un grandissimo connubio. Molti artisti sono residenti a Ginevra e prendono ispirazione dallโambiente che li circonda e hanno dei mentori. Io stesso sono stato un mentore in questo caso per uno spettacolo di danza che seguiva le linee di ciรฒ che io studiavo.
Ho passato buona parte della mia vita nel rendere visibile quello che รจ invisibile, lโarte figurativa come puoi capire รจ molto fruibile e genera emozioni immediate: mi piace ed รจ bella oppure non mi piace o la devo ancora capire. ร raro che lโarte non lasci qualche reazione immediata
Quello che facciamo noi invece non puรฒ piacere o non piacere. ร una realtร fisica che compone ognuno di noi, ma non cosรฌ relativamente fruibile. Bisogna trasformarla in un’immagine, c’รจ un connubio forte con queste opere.
Trascendenza perchรฉ non si puรฒ rimanere totalmente insensibili a concetti cosรฌ importanti. Di cosa siamo fatti? Come lโuniverso si evolve? Viviamo in un mondo in cui ci รจ dato tutto; quello che tocchiamo esiste, รจ nostro. Le nostre vite sono molto brevi rispetto allโintera storia del nostro mondo.
Percepire noi stessi che percepiamo, รจ un concetto molto importante, trascendente e bello. Le domande devono scaturire dalla meraviglia, nello stesso modo in cui guardi un’opera e ti fa scaturire delle emozioni (angoscia piuttosto che meraviglia) e ci portano a riflettere. Questa mostra per me รจ un bellissimo esperimento sociale.
Cosa intende con esperimento sociale?
Esperimento sociale perchรฉ quello che vedo, prendendo ad esempio le persone con cui ho parlato poco prima, loro sono venute a Vigevano per mangiare un gelato in piazza, poi hanno notato questa mostra, entrano e vogliono parlare con lโartista e in realtร trovano me, senza capire subito se sono quello delle foto al CERN. Alcune persone con cui ho parlato sono rimaste qui per piรน di un ora con domande che non pensavano nemmeno di avere dentro di loro. Questa mostra รจ stata per loro il pretesto per riuscire in quel tipo di ricerca interiore. In realtร non ho pretesa che chiunque venga qui comprenda tutto perfettamente, non siamo allโuniversitร .
ร piรน un’esperienza che si fa per piacere.
Quando stavamo guardando il video mi ha indicato il reattore e me lo ha descritto come un mandala, possiamo quindi dire che lei รจ stato immerso nella scienza, ovviamente, ma anche nellโarte o comunque in una bellezza estetica e simmetrica.
La questione del mandala. Mi occupavo di fare le visite guidate quando ero al CERN e alla fine del tour cโera una domanda che mi aspettavo sempre โDieci miliardi di dollari, ma alla fine come possiamo usarlo?โ La risposta รจ tutta intorno a noi. Utilizziamo ora tecnologie che vengono sviluppate grazie alle conoscenze prese dal CERN. Ma cosa รจ? Noi lo abbiamo sviluppato come un mandala tibetano, che viene distrutto dopo anni, per ricordare la caducitร delle cose terrene. La trascendenza รจ forte in questa similitudine.
Il Bosone di Higgs, come dico spesso, รจ di tutti, siamo tutti. ร Chiara, sono le mie figlie. In realtร lo posso monetizzare? No, ma rimane uno strumento importante. Senza di esso non esistiamo. Quindi perchรฉ dobbiamo portarlo ad una dimensione terrena e pensare che senza un valore monetario non sia importante.
โA cosa serve?โ Mi serve ad esistere, che non รจ poco.
L’acceleratore di particelle e il detector servono per guardare i componenti piรน intimi del nostro universo, la cosa bella รจ che รจ magnifico pensare come lโuomo sia arrivato ad un livello tale da poter ricostruire una parte della creazione dellโuniverso in laboratorio.
Sai da cosa sei composta tu? Cosรฌ, velocemente?
Non saprei, atomi?
Il due percento di te รจ stato creato direttamente dal Big Bang, il novantotto percento di te รจ stata creato facendo esplodere una supernova. Il tuo di dna รจ uno in tutta la storia dellโuniverso. Quindi tu sei: parte del Big Bang, parte di una supernova, polvere di stella e unica ed irripetibile in tutta la storia dellโuniverso.
Ognuno di noi รจ veramente importante, e non possiamo sprecare la nostra vita in carolate. ร un poโ brutto pensare che le nostre decisioni siano cosรฌ materialistiche. Noi abbiamo il dovere di partecipare pensando allo sviluppo della cultura generale, e quindi non puรฒ non essere un’esperienza trascendente. Si parla dellโevoluzione del nostro sapere collettivo.
Il tramonto visto attraverso una fotografia appartiene a te tanto quanto al fotografo che lโha scattata. Cosรฌ la mia conoscenza appartiene a te tanto quanto a me. Il sapere deve essere qualcosa che appartiene a tutti. Al CERN, le informazioni e i lavori sono scaricabili gratuitamente da tutti dal web. Chiunque abbia bisogno di quelle informazioni puรฒ scaricarle in base al suo studio.
Anche perchรฉ come ho giร detto il Bosone di Higgs siamo tutti noi, appartiene a tutti.
A dieci anni dalla scoperta, se ripensa a quel momento, a quella mattina, cosa prova e cosa le รจ rimasto impresso?
Allora, in realtร non c’รจ stato un giorno in cui abbiamo scoperto questa cosa, nel senso che vedevamo un picco di energia che come una fotografia diventava sempre piรน nitida. Abbiamo poi deciso di fare una conferenza al CERN il 4 luglio, con tutti i big e sembrava fosse un concerto, talmente tanta la gente venuta da istituti di ricerca affiliati.
Io ho detto โIo lรฌ non vadoโ e sono stato esattamente sopra il rivelatore. Perchรฉ stava ancora funzionando, c’รจ ancora molto da scoprire, ma sentivo di dover stare proprio lรฌ, proprio sopra il Bosone di Higgs.
Mi sentivo di avere questa capacitร che quando mi trovavo lรฌ, sopra il rivelatore, potevo chiudere gli occhi e esattamente percepire la collisione delle particelle quando avvenivano 40 milioni di volte per secondo. Ero arrivato ad un punto di non solo conoscere i dati ma tramutarli in una percezione reale di quelle collisioni. Non sono matto, รจ un poโ come quando gli atleti arrivano ad avere capacitร insuperabili durante le gare dove danno il massimo di loro stessi. Tutti i loro emisferi del cervello operano in sintonia.
Immagino abbia aiutato anche lโesperienza, dopo anni di lavoro.
Beh ovviamente.
Era un mondo fantastico, perรฒ era un poโ come andare sulla luna. Come il secondo uomo che andรฒ sulla luna, descrisse lโesperienza come una magnifica desolazione. Non cโรจ nulla, รจ desolato e magnifico allo stesso tempo.
Io mi sono reso conto che quel mondo รจ assolutamente magnifico ma desolato, io sono andato lรฌ in vetta, che una buona parte del percorso, ma importante รจ anche saper tornare. Il rischio di non tornare tutti interi รจ alto.
Ho iniziato a pensare che mi mancasse qualcosa, in generale lโesperienza richiede molto da te, รจ quasi impossibile pensare di avere una famiglia, รจ troppo complicato. Dentro di me sapevo di voler diventare anche un papร e ho pensato che la mia vita potesse anche cambiare, quel mondo non รจ tutto dorato.
Ho portato con me molto di quello che ho trovato a Ginevra, il colore delle pareti del mio ufficio ora sono come quelli del CERN. Molte delle tecnologie della mia azienda sono state ricostruite basate su quelle del CERN per fare altre cose.
Una volta mi raccontava un mio amico, generale dellโaeronautica, personaggio notevole, primo a selezionare donne tra cui Samanta Cristoforetti; lui mi diceva che per via dellโetร ha smesso di pilotare uno dei suoi aerei preferiti, della guerra fredda, impressionante da vedere; ma mi diceva che nessuno avrebbe potuto togliere dentro di lui le emozioni di volare.
C’รจ anche un altro fatto. Dopo che sono andato via dal CERN non รจ stata fatta nessunโaltra scoperta, se vogliono torno come porta fortuna.
ร un mondo bello ma da cui รจ bello anche tornare.
Io sono Cavaliere dellโOrdine del Merito della Repubblica e forse molti altri saranno piรน bravi di me, non ne dubito, ma io ho questo titolo perchรฉ ho designato buona parte della mia carriera a raccontare queste cose ed esperienze affinchรฉ fossero disponibili a tutti.
ร un modo per dire ce lโho fatta anche io, avevo un sogno che ho perseguito e ho realizzato. Non dico quale sogno tu debba avere, รจ il tuo ma รจ importante credere in se stessi, in fondo siamo polvere di stelle e parte del Big Bang.
Lei ha lavorato al CERN durante gli anni della scoperta e per il suo lavoro รจ stato insignito di un riconoscimento di cavaliere dellโordine del merito, per quanto riguarda le opere che vediamo qui, tra la sua ricerca e il modo in cui lโartista le ha rappresentate che riscontro vede?
La scoperta per me รจ stata conoscere questo artista ed รจ stato merito dei curatori che hanno fatto un ottimo lavoro dal punto di vista interdisciplinare. Secondo me lโartista Giuseppe Portella ha un repertorio di opere in resina che sono davvero molto affini perchรฉ ricordano un mondo particellare non solo dal punto di vista geometrico ma anche guardandole come sfere che si creano a vicenda. Una sola di loro non avrebbe molto senso, ma sono una moltitudine con una disposizione ben precisa che compone un disegno. Trovo un connubio molto forte.
Questa mostra vogliamo portarla anche in altre cittร . Molto probabilmente a Siena con cui ho un legame molto forte e nella bergamasca a Bergamo Scienza, quindi sarรฒ presente il piรน possibile.
Secondo me รจ importante capire come le persone reagiscono e interagiscono, anche perchรฉ c’รจ questo concetto che circonda lโaccademia e la scienza che la fa sembrare distante dalla gente. In realtร appartiene a tutti, ma deve esserci un lavoro dietro di creare un linguaggio comune.
In occasione della Giornata della Terra, vi vogliamo raccontare della nostra partecipazione alla Giornata dellโOrto e del Riciclo, svoltasi sabato 9 Aprile e organizzata dal Comitato Quartiere Boschetto, di Trezzano sul Naviglio, presso il Parco dei Sorrisi: un percorso per scuole e famiglie finalizzato alla presa di consapevolezza, da parte di ciascuno, delle potenziali azioni concrete, individuali e collettive, per salvaguardare il benessere di tutti noi e delle nuove generazioni.
La risposta da parte del Pianeta รจ stata caratterizzata da un sole alto e splendente, ma anche da un forte vento. Forse a voler mettere alla prova la determinazione di organizzatori, ospiti e partecipanti o forse a ricordare a tutti lโesistenza di potenti fonti di energia rinnovabile.
Vento che non ha perรฒ impedito agli alunni della scuola elementare IC Roberto Franceschi, insieme alle loro maestre, di mettersi allโopera, sotto la guida degli esperti ranger del Comitato, per far rivivere lโorto didattico, grazie allโattivitร di semina di ben 4 tipi di insalate e prezzemolo e di messa a dimora di piantine di insalata, pomodori, peperoncini piccanti, arrivando cosรฌ a completare due aiuole su tre. Il resto sarร portato avanti e curato, a rotazione, da tutti gli alunni della stessa scuola, attraverso un programma di incontri che si snoda fino alla fine dellโanno scolastico.
I piรน resilienti si sono poi uniti, a turno, insieme ad altri avventurieri, al gioco sul tema del riciclo: indossando collane a tema, realizzate creativamente per lโoccasione, hanno interpretato con grande spirito competitivo il ruolo delle principali tipologie di rifiuti โ plastica, carta e umido e sperimentato in prima persona il beneficio della raccolta differenziata. Al suono della trombetta a indicare, inesorabile, la fine gioco, righelli e calendari eco – sostenibili a disposizione per tutti.
Per poi passare allโangolo lettura, dove poter riflettere e disquisire su quali effetti puรฒ produrre sul nostro ambiente, un gesto superficiale come quello di gettare un rifiuto dal finestrino di unโauto, rispetto a quelli di azioni dal significato piรน profondo e consapevole, come quella intrapresa da Wangari Maathai, ad esempio, che, ispirata dal desiderio di risanare la sua terra e sensibilizzare le persone della sua comunitร , ha dato vita al movimento โGreen Beltโ, grazie al quale sono stati piantati, nel tempo, ben oltre 51 milioni di alberi ! E qui gli occhi dei bimbi si sono illuminati al pensiero di cosa potesse nascere dalla loro semina della giornata. Ci teniamo a ringraziare la Biblioteca delle Storie Infinite di Trezzano, per i suggerimenti e le indicazioni sui testi consigliati per la lettura, per le diverse fasce dโetร .
E i genitori ? Lo spazio predisposto per la condivisione e il confronto sui 17 obiettivi di sostenibilitร ha risentito della potenza del vento, che ne sosteneva la danza in giro per il parco. Un sentito grazie a chi ha contribuito a raccoglierli ! Anche lโintervento previsto da parte di AMSA non รจ stato possibile. Come ringraziamento finale per la partecipazione e messaggio da portare a casa con sรฉ e condividere con gli amici, il relatore, ha perรฒ potuto consegnare ai bimbi la borraccia con su scritto โSiamo fatti di acqua, e non di plasticaโ.
Nonostante gli impedimenti, siamo stati felici di constatare che, chi ha partecipato รจ tornato a casa facendo tesoro dei preziosi semi della giornata. Noi comprese, con la mente proiettata verso la prossima occasione per agire localmente, pensando globalmente e con lโaugurio che venga data continuitร a quanto avviato.
“Stai sempre vicino a qualcosa che cresce. Che sia un bambino, un progetto, unโidea, o un nuovo giorno. Senza mai dimenticare la terra, la cura di una pianta. Lโincanto, di un fiore che sboccia.“
Siamo tutti consapevoli di essere giunti alla fine di unโepoca e che unโaltra sta per cominciare. Preoccupati per un futuro che si presenta incerto, e apparentemente privo di direzioni, ci accingiamo a lasciarci alle spalle un passato intrappolato in una mole di problemi ambientali, sociali, economici, dai quali dovremmo svincolarci per progettare un nuovo modello di vita sociale.
Antropocene – Il Dramma – spazio gestito da Giovanni Ronzoni LโAntropocene รจ un epoca di drammi e di conflitti. Basti pensare che nel corso degli ultimi 100 anni le dinamiche di trasformazione indotte dallโUomo sul pianeta hanno provocato lโestinzione dellโ83% delle specie animali viventi. Inoltre รจ stata dimezzata la presenza degli alberi di circa il 50%. La corsa alla modernitร ha creato conflitti e nazionalismi, superproduzioni di merci e guerre per conquistare il dominio dei territori. Il rosso, colore della vita, del cuore, dell’amore, dellโenergia, nellโEra dellโAntropocene รจ diventato simbolo del sangue versato dallโUmanitร in nome di una libertร caduta al rango di libertinaggio.
Mario De Leo, Max Marra, Giovanni Ronzoni, sono tre artisti che con le loro opere esposte nella Sala Leonardiana del Castello Visconteo Sforzesco di Vigevano intendono stimolare nel pubblico riflessioni, critiche, letture contemporanee di questa Era storica che molte organizzazioni internazionali di geologi, scienziati, climatologi, chiamano Antropocene. Un periodo caratterizzato da un fortissimo impatto geologico sullโeco sistema, provocato dalle intensa attivitร tecnologica prodotta dallโHomo Sapiens nel corso dellโultimo secolo, che ha alterato profondamente gli equilibri del pianeta e creato inevitabili disagi. Le sculture, le installazioni, le opere grafiche, di Mario De Leo, Max Marra, Giovanni Ronzoni, esplorano in chiave artistica alcuni degli ambiti in cui questi cambiamenti si stanno manifestando sempre piรน velocemente nelle nostre vite. La mostra รจ scandita da tre momenti, organizzati i tre spazi contigui, ognuno dei quali gestito da uno degli artisti che a sua volta ospita e dialoga con gli altri due. I tre temi che guidano il pubblico nel percorso espositivo sono quindi i seguenti:
Antropocene – LโHomo Sapiens – spazio gestito da Max Marra LโHomo Sapiens, cosi come lโambiente naturale che ha irresponsabilmente continuato a modificare, alterando insistentemente gli equilibri planetari in essere da tempi antichissimi, si รจ profondamente trasformato anche sotto il profilo genetico. Piรน che Homo Sapiens questo animale dal nome intelligente, dovremmo forse chiamarlo โHomo Ignorantโ. Lโantica saggezza, tramandata attraverso la filosofia, il racconto dei miti, il monito etico e morale del pensiero e delle pratiche spirituali, non sono serviti al moderno Uomo Tecnologico per un avanzamento democratico dellโopera di umanizzazione, disattendendo qualsiasi aspettativa di pacificazione, incrementando invece il desiderio di sopraffazione.
Antropocene – LโHomo Sapiens – spazio gestito da Mario De Leo Durante LโEra dellโAntropocene la tecnologia ha avuto un ruolo fondamentale nella trasformazione dellโambiente naturale in un sistema complesso e artificioso. La depauperazione dellโecosistema di risorse non piรน rinnovabili, utilizzate per il funzionamento di tecnologie preposte al consumo, ha favorito lโincremento di fenomeni catastrofici, dagli tsunami a oltre duemila miliardi di tonnellate di anidride carbonica riversate nellโaria, che hanno contribuito alla creazione di un enorme buco nellโozono e accentuato i problemi derivati dal cambiamento climatico. Eโnecessario ritornare allโutilizzo di tecnologie sostenibili che non producano inquinamenti.
Sala Leonardiana Cortile del Castello Visconteo-Sforzesco di Vigevano dal 20 Marzo al 18 Aprile 2022
In mostra dal 16.02.2022 al 08.03.2022 alla Galleria Gli Acrobati di Torino
Centosettantaperottanta | What comes first? Ch1 โ 2020 – 2021 รจ il primo capitolo del progetto di ricerca artistica diโฏSara Conforti, nato nel 2020 e ispirato dal tema del format educativo AtWork 2022 DI Moleskine Foundation e realizzato durante lโemergenza Covid 19.
A cura di Fortunato DโAmico, lโinstallazione site specific รจ stata ospite – ad Ottobre – sia del VI Festival dellโOutsider Art e dellโArte Irregolare – Palazzo Barolo – Torino sia alla XIII Florence Biennale 2021. ETERNAL FEMININE | ETERNAL CHANGE Concepts of Femininity in Contemporary Art and Design padiglione Cavaniglia a cura di Fortunato DโAmico, dove lโartista รจ stata inviata in veste di Guest of Honour e dove ha ricevuto il Premio Lorenzo il Magnifico del Presidente alla Carriera per lโimpegno profuso a favore del femminile fragile.
โฏ Nel Dicembre 2020, Moleskine Foundation invita Sara Conforti alla creazione di un esclusivo taccuino dโartista AtWork da inserire nella sua prestigiosa collezione.
Nasce cosรฌ unโedizione speciale del progetto Centosettantaperottanta, di Sara Conforti, un percorso di ricerca artistica itinerante attraverso il quale lโartista, dal 2011, identifica uno spazio di esplorazione dedicato allโuniverso femminile. Il valore pubblico e privato della memoria e del vissuto degli oggetti vestimentari incontra cosรฌ la possibilitร di svelarsi attraverso una prassi tassonomica partecipativa. La ricerca scava nei guardaroba per cercare di condividere risposte in cui gli indumenti delle partecipanti diventano protagonisti di autopsie โaffettiveโ, fulcro di un viaggio del Sรฉ in relazione al gruppo, strumento per favorire la nascita di nuove narrazioni collettive.
Centosettantaperottanta, integrando la domanda What comes first? del format educativo Atwork, ibrida la consueta pratica gender oriented tra abito e habitus di questo progetto artistico, e propone la costruzione di un archivio di reminiscenze vestimentarie condivise, attraverso la redazione dei taccuini Moleskine create da ciascuna delle partecipanti, insieme alla realizzazione di un ricamo personalizzato.โฏ Gli incontri dedicati a questa ricerca artistica, sono iniziati nel dicembre 2020 con le utenti di Fragole Celesti,โฏComunitร doppia diagnosi per la cura di abusi, violenze e maltrattamenti.โฏ Sia in modalitร remota che in presenza si sono tenuti 10 workshop che hanno coinvolto 70 partecipanti lungo la penisola a partire dal mese di Dicembre 2020 sino a Luglio 2021.โฏ โฏ I lavori, opportunamente elaborati in fase finale, sono stati poi esposti al pubblico, una volta a Palazzo Barolo di Torino ed unโaltra a Firenze, durante la Florence Biennale 2021, con una curiosa formula partecipata che rimanda ai Libri della Fortuna in gran voga nel periodo del Rinascimento.โฏ Il pubblico degli utenti, rivolgendo a se stesso la domanda What comes first? potrร interagire con le opere delle partecipanti, estraendo un numero da un insieme di piccoli sassi cifrati che a sua volta coincide con quello di un taccuino e di uno dei ricami rilegati nel libro, a loro volta numerati e messi a disposizione del pubblico. Attraverso la loro lettura il pubblico potrร entrare in contatto empatico con la storia scritta dallโanonima compilatrice dellโopera, casualmente chiamata a dare risposta alla domanda iniziale.
Sara Conforti concepisce il lavoro artistico come momento di interpolazione e di intreccio tra la dimensione eticaโฏe quella estetica. La sua attivitร creativa รจ strettamente connessa ad una operativitร relazionale e ad unโarte che potremmo definire di psicoanalisi interpersonale, motivata dal desiderio di portare un reale contributo al cambiamento sociale, spirituale, finalizzata al raggiungimento di una felicitร da condividere senza sensi di colpa. Grazie allโabilitร artistica di Sara Conforti, iโฏtaccuini e i ricami di Centosettantaperottanta – What comes first? sono quindi validi strumenti di analisi e autoanalisi introspettiva, documentiโฏdi un percorso di vita e di cambiamento personale e condiviso,โฏindiziโฏche ci suggeriscono proiezioni al futuro dei nostri stati dโanimo. โฏ Lโaugurio non puรฒ che essere, per tutti i curiosi e gli intrepidi che decideranno di affrontare il viaggio di ventura insieme a Sara Conforti e alla sua arte combinatoria, che รจ uno solo: Buona Fortuna.
La Collezione di Moleskine Foundation conta piรน di 1.300 โtaccuini dโautoreโ, opere uniche realizzate da artisti e pensatori su taccuini Moleskine e donate alla Fondazione per sostenere le sue attivitร . Una staffetta di creativitร collettiva che viaggia per il mondo, ispirando una comunitร internazionale di talenti creativi, creativity pioneers, change maker e non solo. Raccoglie i contributi di artisti, designer, architetti, musicisti, filmmaker, illustratori, intellettuali e filosofi, che โ pagina dopo pagina โ hanno riempito i taccuini di pensieri, schizzi, immagini, trasformandoli spesso in artefatti completamente diversi dallโoriginale. Il taccuino รจ lo strumento, il limite, lโorigine. La Fondazione si adopera per presentare la collezione a eventi artistici, festival, mostre e Biennali, cosรฌ da continuare a dare il massimo della visibilitร agli autori e, al contempo, sostenere le attivitร di raccolta fondi. La Collezione ha un valore educativo unico, poichรฉ รจ un punto di partenza di riflessione e ispirazione per i giovani delle comunitร svantaggiate in tutto il mondo che sono i beneficiari del programma educativo non convenzionale Atwork.
Silvia Vercelli e Chiara Crosti intervistano Maria Francesca Rodi
Oggi parliamo di arte sociale, di come possa essere uno strumento di aggregazione sociale, un legante intergenerazionale e delle innumerevoli possibilitร che offre per vivere esperienze di trasformazione e inclusione, porgendo spunti e riflessioni che nella condivisione e co-creazione mettono radici in luoghi apparentemente poco fertili, fino a far crescere nuove visioni e dar luce a nuove collaborazioni.
Abbiamo invitato una giovane artista, Maria Francesca Rodi, a raccontarci alcuni esempi di progetti che lโhanno vista nel ruolo di artista sociale, per capire meglio come nascono questi progetti e di quali energie e situazioni necessitano in modo da auspicare che prendano forma anche in altri luoghi ed occasioni.
Il punto di partenza รจ sempre lโinnesco di collaborazioni e rete tra associazioni, istituzioni e cittadini, come espresso anche nellโobiettivo17 dellโagenda 2030.
I progetti artistici a cui ha partecipato o ideato, sono saldamente radicati nella realtร e volti a dare speranza, potrebbero inoltre in ambito educativo dare un contributo ad accompagnare e ispirare la crescita delle future generazioni.
Maria Francesca Rodi รจ legata fin dalla nascita al tema della rigenerazione, infatti, nella sua quotidianitร si dedica alย Mercatino โTra Noi e Voiโ, fondato nel 1997 dalla nonna paterna Mariuccia insieme alla mamma Agata; qui si puรฒ trovare un vero e proprio polo di rigenerazione delle risorse, si puรฒ portare ciรฒ che non si usa piรน per far sรฌ che possa riacquistare nuova vita .
Il profondo bisogno di appartenenza e rivitalizzazione della materia sono gli stessi princรฌpi che caratterizzano i progetti artistici di cui ha fatto parte, focalizzati sul lavoro di squadra per non lasciare nessuno indietro, dove ritroviamo anche concetti chiave dellโAgenda 2030 dell’ONU come: i diritti umani, lโamore per lโambiente, la ricerca di paritร di genere e del dialogo intergenerazionale.ย
Nel 2017, in occasione delย Forum Rebirth di Cittadellarte โ Fondazione Pistoletto, organizzato a Milano daย Fortunato DโAmico, curatore artistico, per creare uno spazio di incontro tra diversi professionisti con obiettivi comuni, Maria Francesca conosce Tina Monaco, inquilina, attiva rappresentante degli abitanti delle torri di Via Russoli a Milano (case A.L.E.R.) e coordinatrice deย โLe Sciureโdellโ Associazione Coltivare la Cittร ,ย donne in pensione che contribuiscono al benessere sociale collettivo da trentโanni a questa parte.
Dallโincontro tra queste donne di valore, nasce il Collettivo Artistico: โIL NODO LaChicca&LeSciureโ e lโidea di realizzare la prima opera collettiva: Per fare lโalbero ci vuole Il Nodo, scultura multicolore realizzata partendo da strisce di tessuto riciclato e annodato. Questo รจ stato il primo seme piantato con il desiderio di dare una seconda vita ad abiti e tessuti dismessi, oggetti vissuti e quasi dimenticati, tramite il lavoro di squadra e la speranza, con materiali di riciclo, dove ogni partecipante ha donato una parte di sรฉ cedendo qualcosa di dismesso, come vecchie stoffe, e laddove non รจ stato possibile, il mercatino โTra Noi e Voiโ si รจ impegnato a procurare il necessario.
Attraverso questa prima esperienza con Le Sciure, Maria Francesca percepisce il loro spirito combattivo e proattivo che le sostiene da sempre nonostante le situazioni prevalentemente precarie in cui vivono. Giร da tempo, infatti, quando il lavoro di squadra o lโintegrazione non assumeva ancora il valore di oggi, avevano spontaneamente costituito un gruppo dinamico e affiatato per portare avanti insieme diversi tipi di attivitร , dalla ginnastica allโapprendimento di una nuova lingua, alla danza o terapia.
A questo primo progetto di arte sociale, sono poi seguite altre iniziative, sempre accomunate dal desiderio di creare la squadra e fare insieme. Al collettivo artistico รจ stato dato il nome Il Nodo, a simboleggiare ciรฒ che sancisce i rapporti e le relazioni, dove ciascuno contribuisce per la propria parte. Da cinque, sei persone si รจ arrivati, attraverso il passaparola, ad ingrandire la squadra, fino a raggiungere trenta membri. E a ingrandire anche lo spazio, di conseguenza: dalla sede della biblioteca condominiale, di via Russoli 18 ci si รจ spostati alla nuova sede de Il Nodo, di via Russoli 14, ex studio medico, sempre su concessione di A.L.E.R.
Un paio di anni dopo, le stesse persone si uniscono in una performance in Piazza Duomo, a realizzare il simbolo de Il Nodo,un cerchio caleidoscopico composto da strisce di tessuto recuperato e annodato, in scala 1:1. rendendo partecipi della performance anche i passanti facendo passare di mano in mano dei gomitoli di stoffa annodata in precedenza che venivano passati di mano in mano creando nuove trame e narrazioni; lโevento ha suscitato anche lโinteresse dei media televisivi che hanno mandato in onda il relativo servizio, proprio lโ8 marzo, 2020. Data significativa in cui vengono rese protagoniste proprio quelle donne che hanno vissuto quando la paritร di genere non esisteva e la gestione dellโeconomia familiare pur essendo lasciata nelle mani delle donne non veniva resa visibile o valorizzata.
In sintonia con gli stessi valori, lโoperaย Cuore di Mamme, nata per celebrare la giornata dedicata alle stesse, coinvolge tutte in un lavoro manuale di squadra, nellโatto creativo di tagliare e annodare. Tutte, anche chi non รจ mamma fisicamente, perchรจ non cโรจ bisogno di essere mamma per creare qualcosa.ย Questa opera รจ esposta presso Orto Cucito in Via Italo Svevo 3 a Milano, terreno confiscato alla mafia e rigenerato grazie a Opera in Fiore.
Alla squadra delle Sciure, si uniscono in seguito i ragazzi delย progetto ReAct di WeWorld, un progetto doposcuola volto allโ integrazione, protagonisti giovani figli di stranieri nati in Italia.
Due generazioni accomunate dalla sfida della ricostruzione, dopo la guerra la prima e verso un mondo sostenibile la seconda: una vera e propria esperienza di dialogo intergenerazionale e interculturale.
Grazie allโincontro tra le donne e i ragazzi, sono state realizzate due opere significative nel 2020: un Calendario Sociale dedicato allโarte al femminile, ogni mese dedicato ad unโopera di unโartista donna dove Le Sciure hanno posato come modelle insieme ai ragazzi, e la Bandiera della Speranza, un grande telaio umano con tanto di trama e ordito, due squadre di persone, e la spola, di mano in mano, a turno avanti e indietro, su e giรน, a passare un gomitolo multicolore, in un percorso che parte dal nero fino a giungere alla luce attraverso uno spettro di colori, a simboleggiare il passaggio di un pensiero attraverso la speranza e alla creazione di nuove possibilitร . Questa performance รจ stata realizzata al Parco Spezia, in una struttura anchโessa recuperata da EXPO 2015 e destinata ad un nuovo uso.
Per concludere, altra opera significativa, che lancia un messaggio sulla profonda interconnessione di ciascuno di noi con la natura: Albero Siamo Tutti , incentrata sul tema dellโimportanza di rigenerare, realizzata con scarti di tessuti canapa e lino, insieme ai valori del passato, appartenenti alle generazioni passate perchรจ non vadano persi nel tempo. Dai colori piรน cupi si passa ad una scala sempre piรน luminosa fino a giungere al verde chiaro, che esplode in questo respiro di foglie sospese. Un bisogno di ritornare a respirare che riguarda tutti: noi e la natura.
Come nasce lโidea del progetto โIl Nodoโ? E perchรฉ questo nome?
Il Nodo รจ il primo importante frutto di INSIEMEproject, un progetto nato per creare connessioni virtuose tra le persone attraverso la collaborazione e lโarte etica.
Il nodo nasce come gesto istintivo durante Arte al Centro 2016 presso Cittadellarte Fondazione Pistoletto a Biella, dove con altre due artiste sono stata invitata a dare forma ad una performance estemporanea attraverso tessuti di scarto. Il nodo รจ ciรฒ che sancisce i rapporti, gli eventi e le cose.
Un aneddoto curioso รจ che in realtร i nodi sono tra le primissime cose che ho creato ancor prima di venire alla luce, nel grembo di mia madre devo essermi divertita in grandi evoluzioni annodando il cordone ombelicale ripetute volte โฆsarei stata curiosa di vedere quella mia primissima opera!
Il nodo รจ unione. Attraverso la fusione di due discipline: arte e moda ho voluto creare coesione tra le persone. Lโ anagramma della parola nodo รจ dono, il mio sogno รจ quello di portare speranza attraverso progetti artistici, lโ arte del fare, dove ognuno possa essere attivo protagonista attraverso un gesto semplice come il nodo.
Attraverso lโarte, abbiamo raggiunto lโimportante obiettivo di portare la periferia in centro, dare spazio al potenziale creativo delle Sciure e far luce sulla situazione in cui vivono, cercando un equilibrio tra ciรฒ che รจ stato e ciรฒ che potrร essere.
Ci sono state delle difficoltร nel creare squadra tra persone e generazioni molto diverse tra loro, sia per etร che per esperienze di vita?
La squadra รจ nata spontaneamente dallโunione di individui che avevano gli stessi valori e obiettivi, il passaparola funziona sempre. LeSciure appartengono a una generazione speciale, quella della rinascita dopo la guerra, abituata a rialzarsi e andare avanti, a vivere la vita perchรจ bella. Ho ritrovato in loro un entusiasmo per la vita che non sempre vedo nei miei coetanei.ย Nellโultimo anno, pre-covid, la squadra si รจ allargata con lโ arrivo dei ragazzi del progetto ReAct, insieme abbiamo lavorato ad opere scultoree, installazioni, performance. La cosa piรน emozionante รจ stata veder nascere il tipico rapporto nonni-nipoti tra persone estranee, ognuno ha avuto la possibilitร di donare una piccola parte di sรฉ, sia materialmente come la merenda o vecchi abiti per le opere, che i propri saperi e valori. Le difficoltร in realtร le abbiamo trovate allโesterno della squadra. Da fuori lโarte sociale, infatti, non รจ sempre riconosciuta e valorizzata come tale. Nonostante qualche spiraglio che ci ha aperto questo periodo di pandemia in cui si รจ percepita la profonda interconnessione che ci lega. Oggi lโarte sociale puรฒ essere un potente strumento per creare spazi, occasioni e un nuovo modo di stare insieme costruttivo, dove i talenti e le esperienze di ciascuno possono essere condivisi. Il lato piรน creativo e sensibile di ognuno di noi ci da lโopportunitร di cogliere dellโarte lโaspetto piรน nobile, che รจ quello di prendersi cura della collettivitร e camminare insieme su tematiche globali. Siamo felici e grate di espandere la nostra visione e i nostri progetti attraverso sempre nuove collaborazioni che portano al confronto, elemento fondamentale di crescita.
Come mi ha insegnato il maestro Michelangelo Pistoletto, lโartista non รจ solo colui che crea le opere dโarte, ma il suo ruolo si realizza proprio nel portare il cambiamento attraverso azioni concrete, colgo lโoccasione per ringraziarlo della nomina ad ambasciatrice del Terzo Paradiso.
Quando mi chiedono cosa faccio, io rispondo che mi occupo di rigenerazione quasi a 360 gradi, tra lโ attivitร del Mercatino di famiglia e i progetti di arte sociale, il comune denominatore รจ la rigenerazione delle risorse, della materia, degli animi, delle possibilitร . In questโottica fondamentale รจ ricordarsi che siamo tutti collegati col tutto, SOLO INSIEME SI CREA LโUNIVERSO.
Proprio la scorsa estate ero in Calabria, nostra terra dโorigine, dove ho assistito aimรจ a diversi episodi di incendi dolosi. La prima riflessione รจ stata: โI nostri nonni non si sarebbero mai sognati di dare fuoco ad un albero, ritenuto sacro, ciรฒ che dava sostentamento, vita al paese. Comโรจ possibile che questo rapporto di armonia sia andato perdutoโ. Da questa riflessione, รจ nata lโopera โALBERO SIAMO TUTTIโ.
Che rilevanza potrebbero avere questi stessi princรฌpi in ambito educativo?
Quando mi chiedono cosโรจ lโ arte per me, rispondo che lโARTE รจ MAGIA, perchรฉ porta il cambiamento, attraverso lโarte siamo in grado di cambiare le cose, la vita. Lโattivitร creativa ha la sensibilitร di illuminare le risorse ancestrali che ognuno di noi ha giร dentro di sรฉ, la pratica attraverso il lavoro di squadra puรฒ portare allo sviluppo delle stesse, ricordandoci di essere tutti parte di unโunica grande opera collettiva.
Ogni scarto puรฒ essere risorsa, da cui possono nascere fiori, rose, nodiโฆ
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